Il seminario dell’Osservatorio SANA per illustrare l’indagine compiuta in collaborazione con Nomisma sui canali di distribuzione del biologico e insieme per presentare i dati analitici del SINAB sul settore, è stato uno dei momenti più significativi del giorno di apertura del Salone bolognese, insieme alla visita dell’ecologista indiana Vandana Shiva.
SANA, Nomisma e SINAB (il servizio di informazione sul biologico del Ministero dell’Agricoltura), al quale a sua volta collaborano ISMEA e IAM Bari, insieme, dentro questa iniziativa dell’Osservatorio, costituiscono il più grande centro di analisi sul settore nel nostro Paese e un plus importante del biologico italiano. La ricerca sui canali di distribuzione, che ha coinvolto 228 responsabili di punti vendita specializzati, illustrata da Silvia Zucconi di Nomisma, ha preso in considerazione la variazione delle vendita tra il 2010 e il 2012. Esse hanno segnato un aumento del 13,6%: in particolare, le vendita sono aumentate nei negozi con una superficie inferiore ai 200 metriquadri (+14,1%) più di quanto non siano cresciute nei negozi di superficie maggiore (grandi negozi e supermercati specializzati: +12,4%). In particolare – e cominciano a diventare dati di estremo interesse per chiunque voglia intraprendere un commercio di prodotti bio – il valore medio delle vendite nel 2012 è stato di 525 mila euro per i punti vendita con meno di 200 metriquadri ed è stato di 1 milione 207 mila euro per i punti vendita di superficie maggiore. Hanno contribuito al fatturato il settore food per il 90,6% e il non food per il restante 9,4.
Analizzando le vendite per categoria di prodotto, la ricerca evidenzia che gli alimentari secchi confezionati costituiscono il 57,2% del totale, gli alimentari freschi il 20,3, gli alimentari freschi confezionati il 13,1, i prodotti per la cura della persona il 5,7, i prodotti per la cura della casa il 2,7, altri prodotti non food l’1%. Importanti anche i dati sulle tipologie di prodotto e sulle modalità di vendita. I prodotti sfusi, senza marchio, rappresentano il 13% delle vendite, i prodotti a marchio del distributore il 38%, i prodotti a marchio del produttore ( e qui sono compresi anche i marchi più noti tra i quali Almaverde e Alce Nero) il 48%. Le modalità di vendita sono così riassunte: il 53% è vendita a libero servizio (questa percentuale sale al 68% nelle superfici maggiori), il 46% è vendita assistita (si sale al 53% nei negozi con meno di 200 metriquadri), l’1% è vendita di e-commerce. (a.f.)
©Greenplanet.net