SAN LIDANO TIENE LE POSIZIONI E RILANCIA: AVANTI TUTTA CON GLI INVESTIMENTI

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Differenziazione dell’offerta, contenimento dei costi, investimenti in ricerca e packaging sempre più green: nell’annus horribilis della IV Gamma, San Lidano ha tenuto dritta la barra in attesa di tempi migliori che permettano di dispiegare al meglio il potenziale e di portare a compimento fino in fondo i progetti in cantiere.

“Il 2022, per la IV Gamma, si è sicuramente rivelato un anno infausto e, affermando questo, il pensiero corre direttamente alla mancata corresponsione di una giusta retribuzione per i prodotti del comparto, con conseguente assenza di marginalità, in primis a causa dell’esplosione – tuttora in atto – dei costi produttivi, dovuta principalmente agli straordinari rincari post-conflitto russo-ucraino di ogni tipo di commodity, con il caro bolletta in prima fila”, spiega il direttore commerciale Matteo Flavio Testa (nella foto).

Matteo Testa

“San Lidano è riuscita a far fronte a questa difficilissima situazione a livello economico-commerciale, esacerbata dal minor potere d’acquisto delle famiglie, grazie alla differenziazione della propria offerta: penso in particolare alla positiva stagione delle angurie, merceologia che contribuisce in importante misura nel comporre il nostro volume d’affari, nonché alla messa in atto di efficaci politiche di saving sui costi. E penso, soprattutto, a una sensibile crescita del fatturato che ha permesso di meglio ammortizzare i costi fissi. Il trend di crescita presenta infatti un dato ampiamente in doppia cifra anche per l’esercizio 2022, tuttavia la perdita di marginalità a cui abbiamo dovuto sottostare rende il consuntivo non del tutto soddisfacente rispetto al budget previsionale di inizio anno”.

Prodotti di San Lidano

All’interno delle vendite, il rapporto tra le varie merceologie rimane pressoché stabile, in termini di valore: ”La I Gamma non confezionata incide per circa il 25% del fatturato, con i tre quarti del business di questo segmento sviluppato con ii cocomeri”, fa presente Testa. ”In termini di volumi, invece, l’incidenza della IV Gamma risulta in ascesa”.

San Lidano continua a rivolgersi quasi esclusivamente al canale della distribuzione organizzata, in particolare al retail, mentre l’incidenza dell’export è calata: “Le angurie sono state quasi interamente “requisite” dalla GD e DO Italiana”, sottolinea a questo proposito il direttore commerciale.

Capitolo partnership e investimenti: “E’ proseguita, con Valfrutta Fresca, l’analisi del mercato, e si è scelto di persistere con quella che definirei una fase a sfumature conservative – dice Testa – in attesa di porre in atto una strategia commerciale&marketing di grande impatto nei prossimi esercizi, quando verrà meglio definito lo scenario post-crisi e quando San Lidano metterà in campo nuove bocche di fuoco a livello produttivo, garantite dal sito di produzione che nel 2023 verrà approntato in provincia di Brescia”.

I progetti proseguono insomma, ma esprimeranno il loro intero potenziale più avanti: “Allo stato attuale quasi tutte le risorse aziendali che influiscono a livello strategico sono impegnate nel perseguire due (macro)mission: la prima è il cercar di contenere i costi, senza incidere sulla qualità del binomio prodotto-servizio; la seconda va ricercata nel contributo pratico e/o di expertise, ognuno relativamente alla propria competenza, nella progettazione del nuovo sito lombardo. Passando invece al campo di R&S, i maggiori sforzi si concentrano sullo sviluppo e l’utilizzo di packaging virtuosi e sempre più in linea con i requisiti di sostenibilità, richiesti dalle recenti evoluzioni commerciali a sfondo a etico-sociale”.

La “battaglia” più importante resta quella sul fronte prezzi: “Le prospettive per i prossimi mesi non possono non contemplare il continuare a perseguire il raggiungimento di un giusto compenso, continuativo, per i prodotti di IV Gamma, storicamente contraddistinti da forti esigenze di investimento in favore di qualità, servizio e sicurezza alimentare, le quali – per quanto imprescindibili – verrebbero messe in pericolo laddove non si venga a generare una minima marginalità” sottolinea Testa.

E conclude con una stoccata: “A seguito di anni e anni di listini bloccati, se non addirittura in ribasso, a fronte di costi stabilmente in aumentano, risultano poco coerenti e non comprensibili quelle voci che chiedono ancora una volta all’industria il compito di assorbire la parte più ampia dei risvolti economicamente negativi dati dalla grande crisi in atto”.

Mirko Aldinucci

dal Focus IV Gamma del Corriere Ortofrutticolo n.10/22

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