SALSA DI POMODORO CINESE, A NAPOLI IN ARRIVO 44 CONTAINER

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A metà della prossima settimana sbarcheranno a Napoli 44 container pieni di salsa di pomodoro cinese con destinazione la patria per eccellenza della pummarola.

Il treno merci è partito dalla stazione di Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang, il 26 febbraio. Per percorrere 10.500 km e arrivare a destinazione impiegherà circa 25 giorni. Al momento dovrebbero trovarsi da qualche parte nelle acque del Mar Nero. La merce, infatti, e stata imbarcata al porto di Poti con destinazione finale Napoli.

La Coldiretti ha lanciato subito l’allarme. Lorenzo Bazzana, responsabile economico della confederazione degli agricoltori italiani ha dichiarato:  “Nei primi 11 mesi del 2017 il nostro Paese ha importato dalla Cina 136mila tonnellate di concentrato triplo di pomodoro. Nonostante le quote siano diminuite, rispetto al 2016, si tratta pur sempre dell’equivalente di quasi un milione di tonnellate di pomodoro fresco. E se consideriamo che l’Italia produce circa 5 milioni di tonnellate di pomodoro all’anno destinato alla trasformazione industriale, significa che dalla Cina arriva il 20% della salsa di pomodoro lavorata in questo Paese”.

La linea Urumqi-Napoli è gestita dalla Xinjiang Xintie International Logistics Company. Questo è il primo treno partito con destinazione  Suditalia. Ma sono già circa mille i treni partiti della compagnia logistica cinese e giunti in Europa da quando è stata istituita la rotta da Urumqi, ovvero quasi due anni fa. Il  vantaggio di far partire le merci da Urumqi è proprio quello di metterci metà tempo  rispetto alla rotta tradizionale.

Xinjiang Xintie International Logistics Company conta di chiudere il 2017 con 1.400 viaggi diretti in Europa e, se sarà un successo, è pronta a replicare con cadenza periodica la tratta per Napoli. Dentro 44 i container oltre alla salsa di pomodoro, ci sono anche componenti elettronici, parti meccaniche e altri beni di consumo.  Sempre Lorenzi  Bazzana di Coldiretti ha anche ammesso: “Possiamo sempre pensare di riempire quegli stessi container, nel tragitto di ritorno, con prodotti agroalimentari italiani destinati al mercato consumer cinese». Anche se a fronte di 311mila tonnellate di merci che nel 2016 hanno viaggiato verso Ovest  dirette in Europa soltanto 200mila tonnellate hanno percorso la strada inversa verso Est.

Proprio alcune settimane fa è stata introdotta l’etichetta di origine obbligatoria per salvare il pomodoro “made in Italy” e tutti i prodotti suoi derivati da quelli spacciati come italiani (leggi news). Il decreto interministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il Paese di coltivazione e di trasformazione.

Coldiretti, in prima linea nella battaglia per tutelare il made in Italy, ritiene che provvedimenti di questo tipo preserveranno un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di pummarola italiana grazie anche alla maggior trasparenza che aiuterà i consumatori nelle loro scelte.

(fonte: Teleambiente)

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