Le piogge persistenti, che hanno spazzato via i fiori ai frutteti, con una previsione di perdita di raccolto del 70%, non concludono il dramma dei produttori di kiwi altopolesani. Hanno, infatti ripreso virulenza in Veneto i focolai della peggior malattia che ha colpito i frutteti di kiwi negli ultimi anni, la Psa o cancro del kiwi, causata dal batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae.
Proprio le piogge e le basse temperature hanno favorito il propagarsi dell’infezione (sopra i 25 gradi il batterio si ferma). Coldiretti precisa che, allo stato attuale, non sono stati segnalati casi conclamati in Polesine, ma il monitoraggio costante ed i trattamenti fitosanitari diventano fondamentali per prevenire la malattia, che si è riattivata in modo virulento nelle province di Verona (leggi news) e Treviso. La batteriosi non è pericolosa per la salute dell’uomo, ma è una vera iattura per i frutteti, dove ogni pianta malata è condannata all’estirpazione senza esitazioni e deve essere bruciata fuori campo. Per far fronte alla nuova ondata di emergenza, Coldiretti ricorda che il ministero della Salute ha autorizzato l’uso di prodotti fitosanitari a base di composti del rame, per una finestra di 120 giorni a partire dal 15 maggio scorso.
Interessati sono tutti i produttori di kiwi, localizzati prevalentemente in Altopolesine e nei Comuni di Trecenta, Giacciano con Baruchella, Badia e Ceneselli. I prodotti autorizzati sono: Poltiglia bordolese disperss, Selecta disperss, Poltiglia disperss (Cerexagri Italia); Coprantol Hi bio, Copernico, Duke, Duke idrossido, Cuprovit bio evolution (Ambechem); Cuprocaffaro micro, Iperion, Airone più, Grifon più (Isagro); Bordoflow new (Manica); Cobra nordox super 75 Wg (Nordox industrier As); Zetaram new tech, Assoram elite Wg (Phoenix Del).
Tutti i trattamenti rameici vanno effettuati quando la pianta è in fase di allegagione (trasformazione dei fiori in frutticini) e nelle successive fasi di ingrossamento del frutto e di maturazione. Coldiretti ricorda che, al momento, la difesa fitosanitaria contro la batteriosi dell’actinidia si basa essenzialmente sull’applicazione di buone pratiche agronomico-colturali e sull’impiego costante e tempestivo di formulati rameici. (fonte: Rovigo Oggi)