ROSARNO, SFRUTTAMENTO PER RACCOLTA ARANCE: DUE GIORNALI INGLESI CONTRO LA COCA COLA

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Sfruttati come bestie da soma. A migliaia, schiavi negli agrumeti, per giornate quasi sempre no-stop dall’alba al tramonto. Oltre alla ‘Ndrangheta, coi suoi caporali-aguzzini, ci sarebbero anche multinazionali come la Coca-Cola dietro le speculazioni che due anni fa hanno provocato la rivolta dei ghetti degli immigrati di colore a Rosarno con scontri, barricate e decine di feriti.

La conferma arriva dagli Usa e suona amara e beffarda. Tirato in ballo da un reportage del quotidiano inglese Independent e da un’indagine del peridico The Ecologist, il colosso di Atlanta sta disdettando i contratti con le aziende di trasformazione degli agrumi. A riportarlo è il Messaggero.

Per tutelare la propria immagine – si giustifica – colpita dagli articoli che hanno messo in stretta relazione lo sfruttamento bestiale degli immigrati di Rosarno con le lattine dell’aranciata Fanta, marchio della Coca-Cola. Ma da Rosarno parte anche una controffensiva: "Boicottiamo le multinazionali" – risponde don Pino De Masi, il sacerdote che guida le coop di Libera nella Piana di Gioia Tauro. Don De Masi, che è uno stretto collaboratore di don Luigi Ciotti, sostiene che "le multinazionali non possono far finta di scoprire sui giornali quanto accade nei nostri territori, non possono ignorare le situazioni in cui lavorano queste persone".

E scende in campo anche Pietro Molinaro, presidente della Coldiretti-Calabria: "La disdetta dei contratti da parte delle multinazionali è un atto ritorsivo ma di debolezza – afferma – contro il quale occorre fare fronte comune".

Molinaro si batte per una controffensiva che conquisti anche il consenso dei consumatori: "Penso a un’azione incisiva, ad esempio, dei nostri parlamentari per l’approvazione della modifica alla legge che stabilisce l’utilizzo nelle bevande al gusto di arancia del 12% di succo concentrato e il regolamento per l’etichettatura obbligatoria sulla provenienza della materia prima". "La distorsione all’interno della filiera agrumicola, è evidente – incalza il presidente della Coldiretti calabrese – e crea sperequazione e aberrazioni tangibili, con un sicuro beneficio economico solo per le multinazionali delle aranciate".

Si profila una guerra delle arance, insomma, fino all’ultimo succo. E’ stata Elisabetta Tripodi, sindaco-coraggio di Rosarno, a lanciare l’allarme. Nel mirino delle cosche (ha subito attentati e minacce tracotanti dai boss) e impegnata ad assicurare sistemazioni più dignitose per l’esercito dei braccianti extracomunitari presenti nella zona, la Tripodi prevede conseguenze disastrose dall’annunciato disimpegno della Coca-Cola: "La nostra economia – dice – subirà un danno devastante". "Già molti agricoltori non raccolgono più il prodotto – spiega – se a questo scenario si aggiunge il taglio delle commesse della Coca-Cola, allora rischiamo davvero di finire al tappeto".

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