Si profila un bilancio drammatico per la frutta estiva romagnola. Il maltempo della scorsa primavera, come previsto, sta lasciando segni indelebili sulla stagione ortofrutticola, specialmente sulle drupacee.
A confermarlo è Giancarlo Minguzzi (nella foto), amministratore delegato dell’omonimo gruppo di Alfonsine (Ravenna) e presidente di Fruitimprese Emilia Romagna.
Pesche, nettarine, albicocche e susine hanno subito cali produttivi significativi: la principale causa sono state le gelate tardive di aprile, con il colpo di grazia sferrato dalle alluvioni di maggio. “La situazione è drammatica – afferma deluso Minguzzi. La mancanza di prodotto c’era già stata due anni fa, quando però la mancanza di prodotto era generalizzata. Quest’anno il problema è soprattutto in Romagna, dove, se non fosse bastato, il 22 luglio scorso si è abbattuto un tornado tra Argenta e Ravenna, su una striscia di territorio di 70 chilometri per 10, che ha fatto il resto.
“Manca la redditività della imprese”
“Abbiamo poche produzioni con buone pezzature e alta qualità, ma non è sufficiente per tenerci a galla. Quello che manca è la redditività delle imprese”, sottolinea l’imprenditore ravennate. “C’è troppo poco prodotto. Basti pensare che, per esempio, per le susine, la produzione è quasi azzerata, saremo al 20% del potenziale produttivo, con la varietà Angeleno ancora da raccogliere”.
Sebbene sia ad oggi difficile trovare una concreta via d’uscita da questa situazione di lacrime e sangue, per Minguzzi “non si possono prevedere aiuti “normali” ma sarebbe indispensabile adottare gli interventi straordinari utilizzati per esempio in occasione del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012. la Romagna ha sempre dato molto all’ortofrutta italiana, oggi è il momento di sostenerla concretamente ”.
Emanuele Zanini
