IL RITARDO DELL’ITALIA NELL’E-COMMERCE POTREBBE ESSERE COLMATO DAI MERCATI

Condividi

Parliamo di commercio elettronico. Ma prima guardiamo a grandi, grandissimi numeri. Non tutti sanno che i 5 colossi digitali mondiali potrebbero ben esser rappresentati fra i G7. La capitalizzazione di Amazon, Google, Facebook, Apple e Microsoft ammonta infatti a 2.816 miliardi di dollari:  ovvero il 55% in più del PIL italiano e il 10-15% sopra il PIL di Francia o Regno Unito.  Che il futuro del mondo sia digitale pare quindi imprescindibile e irrevocabile. A crederci non sono solo gli investitori ma anche i consumatori. Il leader mondiale del commercio elettronico, Amazon, conta 300 milioni di clienti abituali ed ha fatturati in crescita del 25% per anno (nel primo trimestre del 2017 ha realizzato 36 miliardi di dollari).  Quando si parla di commercio elettronico dei prodotti deperibili e super-deperibili – quindi anche di ortofrutticoli –  le cose possono però essere un poco più complicate. Nel Regno Unito – sicuramente il mercato europeo più evoluto in questo senso – l’e-grocery vale 11 miliardi di euro (si prevede di arrivare a 17,4 miliardi di euro nel 2020) e una parte crescente del fatturato è rappresentato da deperibili. I protagonisti del mercato elettronico in UK corrispondono ai grandi distributori al dettaglio (le cosiddette “big five”) a cui si aggiunge qualche outsider (es. Ocado)  oltre che l’immancabile Amazon (con Amazon Fresh). Amazon Fresh, ovvero il servizio di Amazon per la consegna a casa di prodotti deperibili, è stato creato a Seattle nel 2008 e l’anno scorso è  sbarcato proprio in Inghilterra (ma anche a Milano).

La competizione nell’e commerce dei prodotti ortofrutticoli in Inghilterra è oggi già serrata, tanto che alcune imprese che inizialmente avevano avuto un grande successo (per es. Natoora) hanno dovuto poi cedere le armi ai giganti del settore. Il successo è legato prima di tutto alla logistica. Si tratta della logistica dell’ultimo miglio, la più complicata e la più costosa nelle grandi aree urbane. Qui si gioca la sfida, anzi quella che viene già chiamata la “time war”, la guerra del tempo a chi consegna a casa più velocemente. E si aprono anche nuove frontiere.  Sempre a Seattle Amazon ha iniziato a sperimentare Fresh Pickup: in pratica basta recarsi in un punto con il proprio mezzo e la merce verrà caricata direttamente nel baule senza neanche scendere dalla vettura. Bastano un paio di click sul proprio smart phone – ovviamente attrezzato con la apposita app Amazon Pay – e la spesa è fatta.

In Italia la grande rivoluzione dell’e-commerce sui freschissimi conta un poco di ritardo rispetto ad altri Paesi evoluti. Un ritardo che potrebbe essere però capitalizzato. L’Italia a differenza di altri Paesi conta su una presenza diffusa di mercati all’ingrosso e una capillare presenza nelle aree urbane di mercati rionali. Questi potrebbero venire proficuamente utilizzati come hubs per una rete logistica  a servizio dell’e-commerce. Chi vivrà… digiterà.

Duccio Caccioni

opinionista

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE