RISPARMIO IDRICO, GRUPPO RAGO SUL FINANCIAL TIME COME ESEMPIO VIRTUOSO

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L’utilizzo ‘intelligente’ dell’acqua del Gruppo Rago finisce sul Financial Time: “l’esempio virtuoso” dell’azienda della Piana del Sele, in Campania, ha conquistato ampio spazio sulla storica testata economico-finanziaria britannica di proprietà della holding giapponese Nikkei.

“In una mattina di ottobre insolitamente calda, il biotecnologo Daniele Moscariello si reca in un campo di rucola appena germogliata nell’azienda di 100 ettari del suo datore di lavoro nel sud Italia”, si legge nell’incipit dell’articolo. “Una volta lì, controlla il suo telefono per un aggiornamento sul livello di umidità del suolo. Tradizionalmente, il Gruppo Rago, a conduzione familiare, utilizzava circa 800 metri cubi di acqua per ettaro all’anno per irrigare la rucola che coltiva, insieme ad altre verdure a foglia verde come spinaci, bietole e lattuga romana, per i consumatori di tutta Europa e Medio Oriente”.

In questi giorni, però, scrive Financial Times, “l’azienda sta riducendo il consumo di acqua con un nuovo sistema che utilizza sensori e analisi dei dati, chiamato Hubfarm, che monitora così l’umidità del suolo, la temperatura e i livelli di umidità e dice ai coltivatori con precisione quando e quanto irrigare. Questo sistema, sviluppato da Confagricoltura e ora a disposizione dei suoi associati, ha aiutato il Gruppo Rago a ridurre il consumo annuo di acqua per la coltivazione della rucola del 37%, a circa 500 metri cubi per ettaro. Dopo aver sperimentato 10 stazioni di monitoraggio basate su sensori, l’azienda ne ha ordinate altre 50″.

“Molti agricoltori hanno capito che l’acqua è, e sarà, un problema”, il commento rilasciato da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “La pioggia non è la pioggia che conoscevamo negli anni passati”.

Secondo Confagricoltura, le infrastrutture pubbliche di irrigazione italiane hanno la capacità di immagazzinare solo il 10 o l’11% delle precipitazioni annuali. Sebbene l’Italia abbia costruito centinaia di grandi dighe negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, la cattiva costruzione e la manutenzione inadeguata – mette il dito nella piaga il quotidiano britannico – fanno sì che molte di esse non siano più pienamente operative.

Ecco allora che realtà come Rago conquistano spazio anche all’estero, tenendo alta la bandiera tricolore, grazie alla capacità di sopperire alle carenze del sistema pubblico. (m.a.)

(fonte: Freshcutnews.it)

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