RINCARI MATERIE PRIME E LOGISTICA, GRAZIANI LANCIA L’ALLARME: “SERVE INTERVENIRE SUBITO”

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Materie prime a prezzi spropositati e non disponibili o in consegna con gravi ritardi, rapporti con fornitori e clienti che entrano in fibrillazione.

Soffrono le conseguenze di questa situazione, che riguarda l’economia globale, anche aziende della filiera ortofrutticola italiana, in particolare quelle che dipendono da approvvigionamenti anche dall’estero, come per esempio accade, per materiali cartacei e plastici, alla Graziani Packaging. È ancora fresco l’intervento di Roberto Graziani (nella foto), presidente dell’azienda di Mercato Saraceno, al webinar organizzato sull’argomento da CSO Italy lo scorso 1° luglio. Le cose non stanno cambiando e la situazione, assolutamente grave e penalizzante per la competitività delle nostre aziende, potrebbe incidere profondamente sulla operatività e la competitività dell’intera economia italiana, per altri mesi ma forse anche più, con il rischio di un’impennata inflattiva. Le aziende, d’altra parte, soffrono dell’assoluta mancanza di tutela e supporto, con ricadute negative appunto sulla tenuta dell’intero sistema economico nazionale. Roberto Graziani ribadisce: “L’UE ha per troppo tempo trascurato il problema dei rincari, scoppiato all’inizio del 2021, con le prime avvisaglie che però si sono presentate già alla fine del 2020. Il mondo oggi viaggia a velocità molto differenti fra loro: la Cina cresce a un ritmo del 9%; gli USA crescono del 6%, mentre l’Europa, fino a un mese fa, è praticamente rimasta ferma al palo e dovrebbe raggiungere l’obiettivo del 4-5% entro la fine dell’anno. Purtroppo stiamo pagando le materie prime e una serie di altri costi come se viaggiassimo alla velocità della Cina, che si trova nella condizione di gestire a suo vantaggio una situazione che è anche un invito a nozze per la speculazione internazionale bruciando margini e scorte all’Europa”.

Chiaro dunque, che le aziende della produzione di tecnologie e macchinari debbano essere tutelate perché – sottolinea sempre Roberto Graziani – “per noi non ci sono più margini per entrare nelle trattative internazionali con un benché minimo potere contrattuale sui prezzi. Bene che vada, possiamo discutere sulla disponibilità di questa o quella materia prima, e stiamo correndo il rischio di restarne senza. Per noi la situazione presenta rischi che vanno oltre le capacità d’intervento di un singola azienda”.

Sulle prospettive della ripresa economica, pesa poi – precisa lo stesso Graziani – il fattore logistico, che pure è sfuggito completamente di mano, perché gestito da pochi, enormi gruppi stranieri. Quindi la domanda di materie prime è enorme e questo è l’elemento scatenante dei rincari, trascinati in alto dalla speculazione. Graziani si attende un’onda inflazionista in autunno a complicare la situazione.

Il messaggio è partito. C’è qualcuno, nel nostro governo, in grado di recepirlo, portarlo nelle sedi appropriate e introdurre elementi a sostegno delle imprese e del loro mercato?

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