RETE QUALITÀ, MERCURI, “NESSUN VANTAGGIO. SERVE UN RICONOSCIMENTO”

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Giorgio Mercuri (nella foto), con la sua azienda che produce ortaggi nel foggiano, Il Giardinetto, fu tra i primi a iscriversi alla «Rete del lavoro agricolo di qualità», istituita con la legge 116 del 2014 e mai decollata, visto che dopo dieci anni le aziende agricole iscritte sono poco più di 6 mila su una platea potenziale di circa 175 mila.

Sul tema l’imprenditore pugliese è stato intervistato dal Corriere della Sera.

Sui motivi di così poche iscrizioni delle aziende alla Rete Mercuri spiega che “i requisiti non riguardano solo la regolarità dei rapporti di lavoro. Vengono richiesti troppi adempimenti e questo scoraggia le aziende. E soprattutto non si riceve alcun vantaggio dall’essere iscritti. Non viene rilasciato neppure un bollino di riconoscimento sui prodotti, che aiuterebbe i consumatori a scegliere».
«Avevamo chiesto di creare almeno un portale di facile accesso sul sito del ministero dove sia la grande distribuzione sia i consumatori potessero consultare l’elenco delle aziende iscritte, ma non è stato fatto. Chi vuole distinguersi deve seguire altre strade».

«Noi, per esempio, sui nostri prodotti abbiamo i certificati Global Gap e Grasp rilasciati da un ente privato riconosciuto a livello internazionale, che, tra l’altro, attesta con controlli annuali sul campo, intervistando anche gli stessi lavoratori, la regolarità dei rapporti di lavoro. Ovviamente questo ha un costo, ma serve se vuoi distinguerti ed esportare, tenendo conto che la grande distribuzione all’estero richiede queste garanzie

Ora il governo ipotizza la decontribuzione per chi si iscriva alla Rete. «Ogni incentivo è utile. Ma serve anche il bollino e spingere la grande distribuzione a rifornirsi dalle aziende della Rete». 

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