REGGIDORI (APO CONERPO): BUONE PROSPETTIVE PER IL KIWI

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Dopo le grandi difficoltà registrate quest’anno dalla frutta estiva, segnali di speranza sono attesi dai kiwi: grazie infatti ad un livello qualitativo che si preannuncia soddisfacente, sia per le varietà a polpa verde che per quelle a polpa gialla, le prospettive commerciali sembrano abbastanza favorevoli, nonostante l’aumento dell’offerta, cresciuta di oltre il 12% rispetto al 2010.

 

 

Queste indicazioni sul kiwi, la cui raccolta è entrata nella fase centrale nelle regioni del Nord Italia (Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia), provengono da Apo Conerpo, leader europeo dell’ortofrutta fresca con una produzione di 1.100.000 tonnellate e un fatturato di 700 milioni di euro. Una Organizzazione di produttori che ha nell’actinidia uno dei prodotti di punta della propria ampia gamma controllando oltre il 10% dell’intero raccolto nazionale. La coltivazione di kiwi di Apo Conerpo, che interessa una superficie di quasi 2.500 ettari, è diffusa in tutte le principali aree nazionali, ma si concentra soprattutto in Emilia Romagna, nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna, dove l’actinidia è coltivato dai soci delle cooperative Agrintesa, Ortolani Cofri e Cepal, e di Ferrara, nelle aziende agricole dei soci di Patfrut.

“Con un raccolto stimato in oltre 460.000 tonnellate di prodotto commercializzabile – afferma Giampiero Reggidori (nella foto), responsabile dell’Ufficio Tecnico di Apo Conerpo – l’Italia fa registrare un aumento produttivo pari ad oltre il 12%. Questo dato va però interpretato tenendo conto che nel 2010 la produzione italiana è stata inferiore rispetto alla media, soprattutto nel Nord Italia, a causa delle gelate invernali del 2009. Pertanto il raccolto 2011 dovrebbe attestarsi più o meno sui livelli del quadriennio 2006/2009”. “Complessivamente – conclude Reggidori – la produzione 2011 di kiwi commercializzabile nell’Emisfero Settentrionale dovrebbe superare le 910.000 tonnellate (esclusa la Cina) con un aumento di quasi il 10% rispetto all’anno precedente, come è emerso in occasione dell’ultima edizione dell’incontro Iko (International Kiwifruit Organisation)”.

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