COME REAGIRE A BREXIT ED EMBARGO? VERNOCCHI (APO CONERPO): “ESPORTARE OVUNQUE”

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Archiviato un 2015 da record, sono ancora tante le sfide da vincere e le priorità da affrontare per il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi. “In un mercato globale e incerto come quello attuale, l’unico modo per essere competitivi è essere sufficientemente grandi e organizzati. Un gruppo come il nostro può fare cose importanti, perché ha dimensioni rilevanti”. Partendo da questo presupposto, per Vernocchi la priorità assoluta è “esportare la frutta ovunque”. L’embargo russo prorogato fino al 2017, ed esteso dal nuovo anno anche alla Turchia, oltre al recente shock finanziario provocato dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE sono solo la punta dell’iceberg di una questione complessa, che sembra avere come unica soluzione la ricerca di nuovi mercati. La svalutazione della sterlina, conseguente alla Brexit, può provocare una perdita importante per Apo Conerpo, essendo in pericolo il fatturato sulle vendite oltremanica quantificabile tra i 45 e i 50 milioni di euro all’anno. “Al momento stiamo subendo in toto gli aspetti speculativi in termini monetari e questo naturalmente ci preoccupa – confida Vernocchi al Corriere Ortofrutticolo –  Dovremo rivedere, ammesso che i clienti lo consentano, alcune condizioni contrattuali; nel frattempo ci auguriamo che tali fluttuazioni monetarie si stabilizzino. I timori sono legati anche al possibile effetto domino che potrebbe innescarsi a livello europeo, in alcuni paesi dove i movimenti indipendentisti hanno sempre più presa. Tutto ciò dimostra la fragilità del sistema Europa, mentre noi avremmo bisogno di stabilità politica e monetaria. È per cercare di ovviare a questo che abbiamo uomini in giro per il mondo alla ricerca di nuovi mercati”.

In tal senso da ormai 10 anni la cooperativa bolognese è in trattativa col Giappone per l’export di kiwi. Non sono arrivati ancora risultati ma, se si vuole evitare una crisi come per pesche e nettarine, è necessario intervenire in fretta nella gestione di un comparto che in pochi anni potrebbe raggiungere un output di 7-8 milioni di quintali. Per affrontare al meglio tale sfida il presidente sa dell’importanza di un’adeguata coordinazione dell’offerta, possibile solo attraverso una forma di aggregazione sulla falsa riga del “progetto pera”, denominato Opera. È infatti intenzione di Apo Conerpo valutare analoghe forme di aggregazione per tutte le produzioni – kiwi, patate e cipolle in primis – dove economie di scala, investimenti mirati e specializzazione sono elementi fondamentali per poter generare reddito ai soci. “Sicuramente la GD italiana ha molte inefficienze ma se noi produttori non riusciamo ad aggregarci non potremo superare i problemi legati alla logistica. Lo abbiamo toccato con mano grazie a Opera. Inoltre, sul fronte estero è necessario garantire una certa continuità di fornitura e ciò è possibile solo facendo massa critica”. Opera ha confermato con i risultati quanto sostenuto dal presidente: nella sua prima stagione di attività, la filiale commerciale di Apo Conerpo ha venduto oltre 200.000 tonnellate di prodotto, pari al 30% del totale nazionale, ottenute dal lavoro di circa 1.000 produttori, che si auspica possano diventare sempre di più.

Chiara Brandi

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