Partita in Veneto la stagione del radicchio. Il primo raccolto non sta deludendo, anche se i prezzi sono un po’ sotto tono: la quotazione iniziale è stata più bassa rispetto allo stesso periodo del 2010, ma già si preannuncia un aumento a causa di una disponibilità contenuta di merce. “Manca un po’ di prodotto", commenta Sergio Tronchin (nella foto), responsabile commerciale di OPO Veneto.

"Stessa situazione si sta verificando per le insalate, e in simili situazioni i prezzi sono tendenzialmente destinati a migliorare. Sarebbe una boccata di ossigeno per gli orticoltori dopo un periodo piuttosto magro”.

L’andamento climatico sembra favorire il radicchio. Per ora sono pronte laevarietà precoci del rosso di Chioggia, di Lusia e di Verona; presto arriverà il precoce di Treviso, una varietà che negli ultimi anni ha perso un po’ di smalto e di gradimento.

Sono i primi radicchi, una primizia che come tale va considerata per capirne e accettarne la qualità, il pregio e qualche inevitabile carenza. I consumatori, ad ogni modo, li stanno accogliendo bene, pregustando il top che arriverà tra qualche settimana.

Le maggiori attese del settore sono però per il rosso tardivo di Treviso, il re dei radicchi invernali, che svetta superbamente su tutti. E’ trainante.

Quest’anno tutto faceva pensare a una possibile produzione record, dato che erano state annunciate abbondanti semine e trapianti di piantine. Il diavolo però ci ha messo lo zampino. Un centinaio di ettari di radicchi è stato “bruciato”, subito dopo il trapianto, da cause sulle quali si cerca di fare luce.

Un killer per ora sconosciuto? Per ora non si azzardano ipotesi. Certo è che il danno è notevole e il fatto fa ridimensionare le previsioni di raccolto, che nel Veneto adesso si ipotizzano sullo stesso livello dello scorso anno: 8.500 tonnellate su una superficie di 8.500 ettari, per un valore di 16 milioni di euro. Fonte: ortoveneto.it