di Emanuele Zanini
Volumi bassi e in certi casi dimezzati, scarti elevati, qualità non eccelsa: si sta profilando una stagione piuttosto tribolata per il mondo dei radicchi, partita con non poche difficoltà, soprattutto a causa del clima sfavorevole.
Siccità e piogge stanno condizionando la stagione
La conferma arriva da Andrea Tosatto (nella foto), presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso IGP e del Variegato di Castelfranco IGP. “L’annata finora è stata contrassegnata prima dalla siccità e poi da piogge abbondanti che hanno influenzato negativamente la partenza della campagna”, afferma l’imprenditore veneto. “A settembre e ottobre i produttori hanno dovuto irrigare in maniera notevole e continua i terreni a causa dell’assenza prolungata di piogge e del caldo fuori stagione, in periodi in cui di solito non è necessario in modo così massiccio. Questo ha costretto le aziende a sostenere elevati costi, peraltro imprevisti”.
Da fine ottobre ai primi di novembre, invece, la situazione si è capovolta. “Le piogge abbondanti e continue che sono cadute per diversi giorni tra fine ottobre e i primi di novembre hanno causato notevoli problemi ai radicchi, con marcescenze diffuse e relative perdite di prodotto. In alcuni areali c’è chi ha perso fino al 40-50% del raccolto. “Il radicchio che si è salvato non è comunque uniforme e non ha una qualità elevatissima”, aggiunge Tosatto. Nonostante i prezzi siano più elevati, con una stima che varia tra il +10 e il +20% sulla media del periodo, “non sono sufficienti per compensare la mancanza di quantità”.
In particolare per il Radicchio di Treviso IGP, che da disciplinare non si può raccogliere prima del 20 ottobre, si sono registrare notevoli difficoltà nel momento della raccolta, che avviene con la radice. “I campi allagati hanno reso tutto più difficile. Sono stati assai pochi i quantitativi raccolti e messi a dimora in acqua per la maturazione, che avviene in una quindicina di giorni”.
Manca fino al 50% del prodotto
In generale si stima una perdita di prodotto tra il 20 e il 30% ma “in questi giorni manca fino al 50%, anche perché quindici giorni fa, il prodotto che oggi dovrebbe essere pronto per la vendita, era assai difficile da raccogliere proprio per il maltempo che imperversava”.
In questa situazione sono aumentati molto gli scarti e la presenza di prodotto di seconda categoria o destinato alla trasformazione. “Anche in questo caso i prezzi sono abbastanza sostenuti ma non sufficienti per rimediare alla mancanza di volumi”, afferma l’imprenditore veneto.
Si spera in una ripresa per il Natale
“Si spera si possa tornare alla normalità. Siamo moderatamente fuduciosi, anche perché ormai ci avviciniamo ad uno dei momenti clou dell’anno”, afferma Tosatto. Il riferimento è il periodo natalizio che per un prodotto come il radicchio rimane fondamentale. “Questi sono giorni decisivi. Per fortuna ci sono buone prospettive per il prodotto in raccolta da qui a inizio dicembre, che poi sarà quello che il consumatore si ritroverà sui banchi sotto Natale. Se il meteo tiene il prodotto avrà buona qualità. Tuttavia le incognite per il prosieguo della stagione non mancano: il 20-30% del prodotto ad ogni modo mancherà. Vedremo cosa accadrà da qui a febbraio, con mesi ancora di piena raccolta”.
Il Variegato di Castelfranco sconta problemi di colore
Sul Variegato di Castelfranco IGP, oltre alle problematiche produttive citate, si è aggiunto un problema di colorazione dell’ortaggio: “Con il sole e il caldo fuori stagione delle ultime settimane invece di assumere il tipico color giallo variegato il prodotto è diventato più verde, creando qualche contrattempo”, afferma Tosatto.
Procede con successo invece la campagna all’estero, “dove il radicchio è sempre più associato all’italianità. Per questo fuori dall’Italia anche quest’anno sale l’attesa per l’arrivo del prodotto. Tuttavia, con poca produzione, ci dovremo impegnare ancora di più per soddisfare tutte le richieste, sempre più numerose”.
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