RADICCHIO DI VERONA IGP, AVANZANO LE CERTIFICAZIONI. FURIANI (GEOFUR): “MARCHIO DA VALORIZZARE”

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“Non abbandoniamo il radicchio di Verona Igp. È un marchio che va riconosciuto e valorizzato”. L’appello lanciato lo scorso anno da Cristiana Furiani (nella foto), responsabile commerciale dell’azienda Geofur di Legnago (Verona) sul Corriere Ortofrutticolo (leggi news 1 e 2) inizia a fare i suoi effetti.

Fino allo scorso anno l’impresa legnaghese era praticamente l’unica ad essere certificata per il “Radicchio di Verona Igp”, prodotto che ha ottenuto il riconoscimento nel 2008 ma che, a parte gli ottimi risultati ottenuti dalla ditta veronese, non ha avuto riscontri sul mercato.

“Siamo partiti nel 2009 – afferma Furiani -. Ma siamo rimasti soli. Nessun altro produttore ci ha creduto. C’è un iter burocratico da seguire e bisognava essere ben organizzati per affrontare questa sfida. Quindi molti hanno rinunciato”.

Le cose recentemente però sono cambiate e nell’ultimo anno, visti anche i risultati incoraggianti ottenuti da Geofur, altre aziende si sono incontrate con Furiani e si sono decise a certificarsi. Ad oggi sono una ventina le imprese che hanno scommesso sull’Igp del radicchio veronese, anche seguendo la strada aperta da Geofur, che tra il 2012 e il 2013 ha commercializzato 1.600 quintali di radicchio di Verona Igp. Per l’annata 2013-2014 gli ettari coltivati con quantitativi in crescita grazie anche all’arrivo di altre imprese.

“Sono segnali positivi – commenta con convinzione Cristiana -. Finalmente qualcuno ha capito che serve investire su questo prodotto, che vuole distinguersi dal classico e anonimo semilungo: è anche un’occasione per dare un valore aggiunto alle proprie produzioni e alla propria azienda. Bisogna credere in questo prodotto certificato, che rischiava di essere perduto. La valorizzazione aiuta le vendite”.

Così le richieste per aderire all’Igp sono aumentate e il futuro per il prodotto scaligero certificato è più sereno rispetto a un paio di anni fa. “Qualcuno ha iniziato ad accorgersi che lavorando bene, in maniera organizzata, con l’Igp si possono raggiungere risultati confortanti. Da quest’anno anche la grande distribuzione organizzata sta rispondendo bene trovando gradimento anche tra i consumatori. E anche con gli altri consorzi di valorizzazione del radicchio veneto ci sono rapporti di collaborazione intenti a dare risalto ai nostri prodotti. Ora c’è molto lavoro da fare sulla comunicazione per farlo conoscere in maniera capillare. Il nostro intento è quello di ridare valore al radicchio di Verona. Con l’identificazione di origine protetta mi aspetto che le aziende colgano l’occasione per organizzarsi ancora meglio, indispensabile per conquistare i mercati. Ridiamo fiducia a questo prodotto di qualità”.

In linea generale, invece, per la stagione 2013-2014, Geofur prevede di incrementare leggermente la produzione (circa +5%) superando di poco le 13.500 tonnellate. Circa il 50% del venduto viene esportato, concentrandosi principalmente sui mercati del centro e nord Europa. L’azienda ha tre stabilimenti: il principale si trova nella sede principale di Legnago a cui si aggiungono le strutture di Chioggia e Rovigo. Il fatturato è in continua e costante crescita. Dai 12 milioni di euro del dicembre 2011 il giro d’affari è passato ai 14 milioni del giugno di quest’anno. Un balzo ottenuto anche grazie ad alta qualità di prodotto e di servizio con differenziazione di offerta di packaging, e azioni mirate di marketing. (em.zan.)

 

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