RADICCHIO DI TREVISO IGP, NON DIMINUISCE LA MERCE TAROCCATA: LA DENUNCIA DEL CONSORZIO DI TUTELA

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Lievita la superficie agricola coltivata a radicchio certificato Igp, ovvero con l’indicazione geografica protetta. "È l’effetto della crisi", spiega Paolo Manzan (nella foto), presidente del Consorzio di tutela del radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco, "tantissimi giovani a casa intraprendono l’attività agricola iniziando proprio dalla coltivazione del radicchio".

I dati elaborati dal Consorzio danno la misura di questo boom di superficie coltivata a radicchio col marchio. Nella stagione agricola 2012-2013, a radicchio di Treviso tardivo certificato erano coltivati 1.341.235 metri quadrati, quest’anno 2.087.348 metri quadrati. In crescita anche il radicchio di Treviso precoce, da 82.178 a 104.854 metri quadrati, e il variegato di Castelfranco, da 557.430 a 699.927 metri quadrati. Il che si traduce in un aumento della produzione totale che al momento è stimato attorno al 20 per cento.

Ma ci sono due incognite: i “furbetti” e il meteo. Per quanto riguarda il clima, la stagione finora non è stata delle migliori. Il caldo anomalo che si è registrato per buona parte del mese di novembre ha rallentato la produzione delle prime varietà di radicchio Igp, con il risultato che la qualità della cicoria trevigiana non era al top.

"La stagione 2013-2014 è partita in ritardo perché non arrivava il freddo che serve al prodotto per renderlo migliore. Le brinate alla fine del mese scorso hanno fatto la differenza del prodotto che ora si presenta più dolce e croccante. Il freddo, poi, favorisce le fasi di imbianchimento", continua il presidente Manzan, "nonostante i timori iniziali dovuti all’incremento delle superfici coltivate, il prezzo al momento tiene: sul mercato ortofrutticolo all’ingrosso siamo attualmente tra i 3 e i 5 euro al chilo per il tardivo".

Per il variegato di Castelfranco, spiegano dal Consorzio di tutela, continua il trend positivo degli ultimi anni, con un forte incremento di produzione dovuto anche alla richiesta sempre crescente di prodotto per la realizzazione di verdure di quarta gamma, ovvero gli ortaggi che si trovano sui banchi dei supermercati pronti da mettere in tavola. E poi il problema dei “furbetti”: non accenna a diminuire il fenomeno del radicchio Igp “tarocco”. Le ultime segnalazioni arrivate questa settimana al Consorzio sono relative a una pizzeria nel Pordenonese nella quale viene usata impropriamente nei menù la dicitura “radicchio di Treviso”, e a un produttore che non è iscritto al Consorzio, pur sbandierando il nome nei suoi radicchi. Oltre ai “segnalatori” istituiti dal Consorzio, per stanare i radicchi “tarocchi” c’è in campo anche il Corpo Forestale che stacca multe da quattromila euro. (fonte: Tribuna Treviso)

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