RABBONI (OI POMODORO NORD) A GIACOMINI: CONTRO LE ASTE A DOPPIO RIBASSO CHI DEVE INTERVENIRE È IL LEGISLATORE

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L’intervento del professor Corrado Giacomini sul nostro sito web (leggi news) in merito alle aste a doppio ribasso con le conseguenze sui prezzi specialmente sul pomodoro trasformato ha suscitato molti commenti e repliche. Sull’argomento è intervenuto anche Tiberio Rabboni (nella foto), presidente dell’OI del pomodoro da industria del Nord Italia, di cui riportiamo integralmente qui sotto la sua lettera e a cui segue la controreplica di Giacomini.

Caro professor Giacomini,

il suo editoriale sulle aste al ribasso confonde le cause con gli effetti. L’Organizzazione Interprofessionale non ha nessuna potestà sull’argomento. Il campo d’azione che la caratterizza riguarda esclusivamente la cessione di materia prima dalle OP alle imprese di prima trasformazione. L’OI del pomodoro non è partecipata dalla distribuzione. D’altra parte il 60% dei derivati sono destinati ai mercati extranazionali. A che titolo dovrebbe agire e come? Chi invece deve agire e bloccare il fenomeno degenerativo è il legislatore. Perché non lo scrive? In Francia le aste al doppio ribasso sono vietate. In Italia sono consentite. La differenza la fanno le leggi, non le OI. Ciò nonostante, l’Interprofessione del pomodoro da industria del Nord Italia ha promosso un incontro, il 18 giugno scorso, con l’onorevole Paolo De Castro, relatore al Parlamento europeo della proposta di Direttiva contro “le pratiche commerciali sleali” per esprimergli pieno e incondizionato sostegno. Chi vuole cancellare le aste al ribasso ha un’occasione irripetibile per farlo: questa. Bisogna dichiararsi, schierarsi, fare in modo che l’Italia economica e politica risulti tutta quanta a fianco di De Castro e della sua proposta; e l’OI del Nord Italia lo ha fatto ancora prima dell’uscita del caso sulla stampa. Invece c’è ancora purtroppo molta timidezza, cautela e silenzio. Quanto al prezzo di riferimento e ai parametri di qualità 2018 del pomodoro del Nord Italia, concordati tra Op e industrie nel febbraio di quest’anno, che a suo dire non sarebbero stati rispettati per effetto delle aste, devo seccamente smentirla. Si tratta di una fake news. I prezzi di riferimento e i parametri qualitativi contrattati dalle parti nel nord Italia sono stati rispettati e sono rigorosamente monitorati dall’OI.

Da ultimo mi corre l’obbligo di rammentarle le due ragioni per le quali esiste una Organizzazione Interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole: innanzitutto perché il 99% della materia prima del Nord viene venduta alle imprese di trasformazione della stessa area; in secondo luogo perché le OP, i relativi agricoltori associati, e le imprese di trasformazione tutte hanno autonomamente deciso di realizzare qualcosa di cui avvertivano la necessità e che fino a quel momento non esisteva, vale a dire un servizio di supporto ai loro rapporti di filiera, paritetico, reale, concreto, fatto su misura, diretto dai soci e costantemente verificabile. Che, guarda caso, funziona da ormai diversi anni sotto la guida diretta e la partecipazione attiva degli interessati.

Tiberio Rabboni

Presidente dell’OI del pomodoro da industria del Nord Italia

Ecco qui di seguito la contro risposta del professor Corrado Giacomini:

Caro Presidente Rabboni,

attendevo la Sua replica e non mi pare di aver confuso nel mio articolo le cause con gli effetti.

Mi permetto di ricordare che sono sempre stato un grande sostenitore del “Distretto del pomodoro da industria del Nord-Italia” in articoli su riviste nazionali e straniere, presentandolo come l’unica esperienza interprofessionale che aveva avuto successo nel nostro Paese. L’amico Presidente Ferrari me ne aveva dato atto con una mail che ancora conservo.

Che le OI non possano intervenire sul prezzo l’ho anticipato nel mio articolo. Quello che evidenziavo era che nessuno aveva ricordato che nei primi mesi di quest’anno erano stati fissati dei prezzi di riferimento tra OP e industria di trasformazione sia per il pomodoro da industria del Nord che per quello prodotto nelle regioni del Centro e del Sud. Oggi piace tanto attribuire quello che non va a fake news. Nel mio articolo non viene mai detto che quei prezzi non sono stati rispettati, forse lo lascia intendere il titolo costretto alla sintesi, ma se i prezzi sono stati rispettati per il prodotto ottenuto nelle regioni del Nord, e io Le credo, e fossero stati rispettati anche nelle regioni del Sud, da cui finora non ho avuto nessun segnale, allora forse il problema delle aste a doppio ribasso potrebbe restringersi a pochi casi e non può diventare responsabile, perfino, del vergognoso fenomeno del caporalato.

Sono d’accordo con Lei, che non basta un codice etico per impegnare la distribuzione moderna a rinunciare alle aste a doppio ribasso. Pezzi di carta di questo genere ne abbiamo visti tanti. Occorre un intervento legislativo e mi congratulo con l’OI del Nord Italia che si è schierata a sostegno di Paolo de Castro, relatore al Parlamento Europeo della proposta di regolamento contro “ le pratiche commerciali sleali”.

Infine, non deve illustrare a me i meriti dell’esperienza del “Distretto del pomodoro da industria del Nord-Italia”, che giustamente la Regione Emilia aveva riconosciuto, anche dopo un intervento della Commissione Europea, come OI a norma della sua legge n. 24/2000. Ma spero, data la sua lunga esperienza politica e amministrativa, che la decisione del Ministero di dare il riconoscimento di OI all’associazione del pomodoro da industria del Nord Italia, togliendo totalmente la competenza alla OI nazionale “Ortofrutta Italia” , in assenza di una OI che raccogliesse la produzione e la trasformazione delle regioni meridionali, sia stata, almeno, una imprudenza.

Sperando di incontrarla , Le invio i migliori saluti e La ringrazio.

Corrado Giacomini

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