QUANDO I PRESTITI SI CHIEDONO AI SUPERMERCATI E I RETAILER DIVENTANO BANCHE

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Chiedere un prestito al supermercato, strano ma vero. Vista la scarsa propensione delle banche a concedere finanziamenti a causa della crisi, nuovi soggetti si stanno proponendo ai consumatori in una nuova veste finanziaria. Tra questi, appunto, i supermercati: da tradizionali luoghi del consumo a inediti "facilitatori" del consumo.

Come riportato in un’inchiesta di Repubblica.it, la tendenza è già diffusa in Francia e Regno Unito e sta espandendosi anche in Italia. I leader nel settore sono i francesi, già attivi nell’erogazione dei prestiti attraverso i supermercati da vent’anni, con una raccolta da 1,6 miliardi di euro da 2,5 milioni di clienti. E sono ancora una volta i gruppi della grande distribuzione d’Oltralpe ad aver esportato per primi il modello nel nostro Paese.

Nel 2011 Banca Carrefour ha aperto 23 filiali, con la prospettiva di aggiungerne altre 7 entro il 2012. La "banca-supermercato" offre tutti i servizi di un normale istituto di credito (soprattutto prestiti e mutui), con tanto di autorizzazioni della Banca d’Italia. Si prevede una diffusione capillare, che sfrutta la maggiore familiarità con la clientela e la possibilità di tenere aperte le filiali fino a tardi e nei festivi, poiché molte si trovano all’interno dei centri commerciali.

Anche Auchan ha percorso questa strada, grazie alla partnership tra Oney (partecipata della finanziaria Banque Accord), Unicredit e carta raccolta punti Nectar. La clientela sembra aver apprezzato: è infatti possibile richiedere un prestito fino a 30.000 euro o una carta di credito, senza necessariamente aprire un conto corrente.

La richiesta può essere inoltrata presso i centri Auchan, magari mentre il coniuge è in coda alla cassa, e si raccolgono anche i punti per vincere premi. In Inghilterra, invece, la popolarità di alcune catene di distribuzione viene sfruttata dagli istituti di credito per riconquistare fette di clientela perse. Così, credendo di entrare in uno dei negozi Mark & Spencer, magari fra due anni si varcherà la soglia di una filiale M&S Bank (proprietà del gruppo bancario HSBC), e anziché uno yogurt ai frutti di bosco si uscirà con migliaia di sterline appena prese in prestito.

Per non parlare della catena di supermercati Tesco, che sta valutando l’idea di offrire al pubblico anche i conti correnti. Ma in Italia in realtà c’è già qualcosa di simile. La Coop adotta da anni un sistema solidale di cui tutti i soci possono beneficiare. E’ infatti possibile aprire un libretto di risparmio (il "prestito sociale" Coop) in tutti i supermercati del gruppo, con un tetto massimo di 33mila euro. Un milione di soci ha già depositato 11 miliardi di euro, per una media pro capite di 9.800 euro. Non ci sono spese per aprire e chiudere il conto, prelevare e versare le somme.

Le famiglie meno abbienti possono anche richiedere dei prestiti personalizzati a tassi agevolati. Ovviamente, nel conto rientra anche la spesa, che si può pagare comodamente a fine mese dando alla cassiera gli estremi del proprio libretto. (fonte: supermoneynews)

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