"Sono pesanti le ripercussioni del maltempo che ha colpito il nord e i Paesi acquirenti storici, come la Germania. Il mercato delle angurie è fermo. A Lecce e Taranto le esportazioni risultano drasticamente ridimensionate a causa del blocco della compravendita dei prodotti ortofrutticoli. A ciò vanno ad aggiungersi la stagione estiva che stenta a partire e la concorrenza da parte delle angurie provenienti dalla Grecia, vendute a prezzi di 8/10 centesimi di euro".
E’ quando denuncia il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele (nella foto). In Italia, secondo le ultime rilevazioni Istat relative al 2012, si è registrata una produzione di angurie di oltre 340.000 tonnellate, derivanti da 8.705 ettari di superficie coltivata, distribuita maggiormente al Sud con 3.942 ettari (soprattutto in Puglia e Sicilia) e al Nord Italia con 3.521 ettari (in particolare Emilia-Romagna).
Le regioni italiane centrali, con una superficie destinata di 1.242 ettari, vengono rappresentate dal Lazio. I primi raccolti al sud avvengono già dai primi di giugno ponendosi in diretta concorrenza con le produzioni precoci greche e spagnole.
L’imprenditore agricolo Raimondo Portorico di Nardò (Lecce), racconta: "Il nostro prodotto è di ottima qualità, ma purtroppo subisce la concorrenza di angurie che formalmente partono dalla Grecia, ma in realtà non se ne conosce l’origine certa". Stessa situazione in provincia di Taranto, dove l’imprenditore agricolo e rappresentante di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, rivela che "se la stagnazione del mercato perdurerà, i coltivatori saranno costretti a lasciare le angurie sulla pianta e si troveranno ‘costretti’ – continua ironicamente – a rifiutare le ridicole remunerazioni proposte dai commercianti".