Cento milioni all’anno per la promozione del vino italiano, 60 milioni divisi fra tutti i paesi e per tutti gli altri prodotti. Complimenti ai lobbisti del vino, Francia in testa. Hanno lavorato bene a Bruxelles. Bocciati clamorosamente i lobbisti dell’ortofrutta, se da qualche parte esistono. Le proposte della Commissione Ue sulla promozione dell’agroalimentare rappresentano plasticamente un’Europa a due facce, che coccola il suo vino e tratta tutto il resto come commodity.
Siamo sempre lì, a parlare e a non agire di conseguenza: ci facciamo vanto della qualità e salubrità dei nostri prodotti? Abbiamo bisogno di promuoverli al di fuori dei nostri confini non solo per farli conoscere e rafforzare la competitività delle nostre imprese ma anche per compensare le importazioni crescenti? Bene, gli eurocrati della Commissione, preoccupati solo di tirare la cinghia in nome dell’austerità finanziaria, vanno “in direzione ostinata e contraria” e sulla promozione scrivono a bilancio un’elemosina da 60 milioni di euro.
Al primo Consiglio agricolo a Bruxelles il neoministro Martina si è trovato sul tavolo questo dossier che rischia di far imbufalire gli agricoltori di mezza Europa, Italia compresa. L’Ansa ha rivelato il compromesso messo a punto dalla presidenza greca: portare il finanziamento europeo per i singoli programmi dal 50% proposto dalla Commissione Ue al 75%; e dal 60% all’85% per i programmi multipli, senza che lo Stato membro debba intervenire con pagamenti nazionali.
Martina lo ha indirettamente confermato parlando della necessità “di abbassare i costi per gli operatori, in modo da favorirne la partecipazione al programma. Per quanto riguarda il cofinanziamento siamo a favore del compromesso individuato dalla presidenza che prevede un innalzamento della percentuale cofinanziata dall’Unione europea”.
Insomma si sta trattando sia sulla cifra sia sulle modalità di erogazione e c’è da sperare che il Parlamento europeo possa intervenire a correggere la Commissione, come è già capitato altre volte. Ultima considerazione più generale: si parla tanto di euroscetticismo dopo l’exploit di Marine Le Pen in Francia. Ma guardando le facce e i sorrisetti di Van Rompuy e Barroso – gente mai eletta da nessuno e che farebbero fatica a farsi eleggere a casa loro – e vedendo cosa combinano gli eurocrati della Commissione, è già un miracolo che ci sia ancora qualcuno che dice di credere in “questa” Europa.
Via al bando del Masaf "Frutta e verdura nelle scuole" con 14 milioni di dotazione. A scanso di equivoci sarà bene specificare Frutta e verdura "fresca" nelle scuole *
PROMOZIONE: BOCCIATI A BRUXELLES I LOBBISTI DELL’ORTOFRUTTA
Cento milioni all’anno per la promozione del vino italiano, 60 milioni divisi fra tutti i paesi e per tutti gli altri prodotti. Complimenti ai lobbisti del vino, Francia in testa. Hanno lavorato bene a Bruxelles. Bocciati clamorosamente i lobbisti dell’ortofrutta, se da qualche parte esistono. Le proposte della Commissione Ue sulla promozione dell’agroalimentare rappresentano plasticamente un’Europa a due facce, che coccola il suo vino e tratta tutto il resto come commodity.
Siamo sempre lì, a parlare e a non agire di conseguenza: ci facciamo vanto della qualità e salubrità dei nostri prodotti? Abbiamo bisogno di promuoverli al di fuori dei nostri confini non solo per farli conoscere e rafforzare la competitività delle nostre imprese ma anche per compensare le importazioni crescenti? Bene, gli eurocrati della Commissione, preoccupati solo di tirare la cinghia in nome dell’austerità finanziaria, vanno “in direzione ostinata e contraria” e sulla promozione scrivono a bilancio un’elemosina da 60 milioni di euro.
Al primo Consiglio agricolo a Bruxelles il neoministro Martina si è trovato sul tavolo questo dossier che rischia di far imbufalire gli agricoltori di mezza Europa, Italia compresa. L’Ansa ha rivelato il compromesso messo a punto dalla presidenza greca: portare il finanziamento europeo per i singoli programmi dal 50% proposto dalla Commissione Ue al 75%; e dal 60% all’85% per i programmi multipli, senza che lo Stato membro debba intervenire con pagamenti nazionali.
Martina lo ha indirettamente confermato parlando della necessità “di abbassare i costi per gli operatori, in modo da favorirne la partecipazione al programma. Per quanto riguarda il cofinanziamento siamo a favore del compromesso individuato dalla presidenza che prevede un innalzamento della percentuale cofinanziata dall’Unione europea”.
Insomma si sta trattando sia sulla cifra sia sulle modalità di erogazione e c’è da sperare che il Parlamento europeo possa intervenire a correggere la Commissione, come è già capitato altre volte. Ultima considerazione più generale: si parla tanto di euroscetticismo dopo l’exploit di Marine Le Pen in Francia. Ma guardando le facce e i sorrisetti di Van Rompuy e Barroso – gente mai eletta da nessuno e che farebbero fatica a farsi eleggere a casa loro – e vedendo cosa combinano gli eurocrati della Commissione, è già un miracolo che ci sia ancora qualcuno che dice di credere in “questa” Europa.
Lorenzo Frassoldati
direttore del Corriere Ortofrutticolo
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