PROGETTO VENETO PER PRODURRE ORTAGGI DI QUALITÀ DAL COMPOST

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Con il compost (chiamato anche composta o terricciato) si possono produrre ortaggi di elevata qualità e a basso impatto ambientale. La conferma viene da Tecso (Tecniche colturali sostenibili per la riduzione dei costi in orticoltura), un progetto di ricerca e sperimentazione attuato in sinergia dall’Università di Padova, Dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente (Dafnae), e da OPO Veneto.

L’obiettivo di promuovere processi sostenibili in orticoltura, vale a dire tecniche agricole rispettose dell’ambiente e che qualifichino ulteriormente le colture. Ci si è proposti, in particolare, di valutare l’utilizzo del compost in rotazioni orticole in pieno campo per poter identificare protocolli colturali specifici per i principali ortaggi che si producono nel Veneto (lattughe, radicchi, cavolfiore, porro melone). Due anni di ricerche e sperimentazioni, condotte grazie alla Misura 124 del PSR 2007 – 2013 sulla Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale, hanno dato un esito più che soddisfacente per i promotori.

E’ stato confermato che si si può utilizzare con successo questo terricciato di matrice organica, ormai largamente disponibile a basso costo, mantenendo le rese e la qualità delle produzioni e riducendo al contempo l’impatto ambientale. E’ un prodotto che nel Veneto si trova in abbondanza, grazie al fatto che la Regione è ai primi posti in Italia per la raccolta differenziata e per il processo di compostaggio. Si è risposto così a uno dei principali problemi connessi con l’orticoltura moderna, dovuto allo sfruttamento molto accentuato dei terreni e quindi al loro progressivo impoverimento, con la conseguente necessità di ricorrere quantitativi molto elevati di fertilizzanti chimici. Tale situazione è aggravata dalla modesta disponibilità di prodotti di matrice organica per migliorare le caratteristiche fisico-chimiche dei suoli agrari. Si è studiato, tra l’altro, come reagiscono le diverse specie di ortaggi a dosi crescenti di compost, misurando non solo le rese ma anche la qualità delle produzioni e alcuni parametri agroambientali, quali i rilasci di nitrati e l’accumulo di carbonio e azoto nel terreno.

Il progetto sul compost, seguito dal prof. Paolo Sambo e dal suo staff di ricerca, è stato attuato su un’area della campagna veneta particolarmente vulnerabile ai nitrati di origine agricola, con forte rischio di inquinamento che con il compost, di fatto, viene meno, in quanto le colture orticole sono fertilizzate in modo sostenibile e si incrementa la sostanza organica nei terreni senza impattare negativamente sull’ambiente. Un compost ecologico che nutre e migliora il suolo e arricchisce la biodiversità della microflora. OPO Veneto, a conclusione della ricerca, sottolinea la validità dei risultati e le possibilità di ampia applicazione. Si intravvedono più vicini gli obiettivi di una diminuzione dei costi produzione delle colture orticole a pieno campo, di una maggiore fertilità dei terreni destinati all’orticoltura intensiva, di una riduzione dell’impatto ambientale. Va valutato, inoltre, il messaggio positivo che si dà al consumatore sulla sostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi. Opo Veneto, infine, sottolinea l’importanza della collaborazione tra Università e mondo delle imprese agricole, soprattutto ortofrutticole, ai fini del miglioramento e della ottimizzazione dei processi produttivi e della qualità dei prodotti. (fonte: Ortoveneto)

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