I PRODUTTORI PORTOGHESI DI PERA ROCHA SPINGONO SULLA CINA

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Dopo la sberla commerciale dell’anno scorso che ha registrato perdite di volumi per la pera Rocha fino al 50%, la strategia dei produttori portoghesi è quella di diversificare le destinazioni commerciali spingendo sui mercati più forti come ad esempio la Cina e in particolare la regione di Macao, ex-colonia portoghese vicino a Hong-Kong che beneficia di un regime di libera commercializzazione.

“Abbiamo avviato il dialogo con le autorità locali – ci spiega Aristide Secio (nella foto), direttore esecutivo di Coopval, la principale cooperativa portoghese di produzione di pera Rocha, situata nella regione dell’Oeste, sulla costa atlantica – e insieme all’organizzazione Portugal Fresh stiamo iniziando a promuovere questo prodotto che ha bisogno di essere conosciuto daI cinesi. Macao è stata una colonia portoghese. Per questo possiamo contare su un bacino di consumatori legati alle tradizioni alimentari della terra natale. Iniziamo con due o tre tir ma l’obiettivo è quello di crescere sia pure nei limiti della nostra produzione totale nazionale che è un quinto inferiore a quella italiana”.

La diplomazia di Lisbona avrebbe già aperto un dossier con Pechino per l’apertura del mercato cinese continentale (mainland) che sarà possibile dopo l’abbattimento delle barriere fitosanitarie. Posizionando una base commerciale su Macao, all’imbocco del delta del fiume delle Perle, i portoghesi guadagnerebbero, inoltre, un vantaggio logistico sul resto del Paese data anche la vicinanza estrema con l’hub cinese intermodale di Canton.

“Diversificare i mercati – continua Secio – per noi produttori diventa importante anche per garantire che i prezzi si mantengano ad un livello accettabile posto il limite dei volumi”.

In tutto il Portogallo si producono circa 200mila tonnellate di pera Rocha di cui, solo la cooperativa di Coopval, ne produce più del 10%: 24mila tonnellate in complessivi 950 ettari. Le condizioni climatiche avverse dell’anno scorso hanno fatto precipitare la produzione a 12mila tonnellate ma l’incremento dei prezzi che ne è derivato non è servito a compensare le perdite.

“Quest’anno i volumi sono ritornati alla normalità – conclude Secio – con un raccolto di circa 20mila tonnellate. I prezzi sono più bassi ma per fare un calcolo medio delle liquidazioni occorrerà aspettare la fine della campagna che, grazie alla resistenza della varietà Rocha, arriva fino a giugno”.

Nonostante la campagna non sia ancora finita, alcuni produttori ci rivelano tuttavia che le quotazioni per la pera Rocha, quest’anno non superano i 35 centesimi al chilo.

Mariangela Latella

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