PREZZI ALLA PRODUZIONE E AL CONSUMO SPROPORZIONATI, GASBARRINO: “DOVE VA A FINIRE LA DIFFERENZA?”

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“Da una parte i produttori accusano la GDO che i loro prodotti sono sottopagati (e in parte questo è anche vero e dimostrabile) e dall’altra i clienti si lamentano (direi anche giustamente) che i prezzi al consumo di frutta e verdura nei supermercati sono troppo alti”.

A scriverlo su Linkedin è Mario Gasbarrino (nella foto), amministratore delegato di Decò Italia.

Il manager campano ricorda però che “nel mezzo ci sta il fenomeno del caporalato ed il nero che tiene (illegalmente) bassi i costi per la raccolta; la GDO (e lo posso confermare) che a guardare i bilanci di questi anni (ed anche quelli interni di reparto) non fa intravedere una redditività superiore del reparto ortofrutta rispetto agli altri che potrebbe spiegare questa sproporzione tra prezzo all’agricoltore e prezzo al consumo”.

“Questa ricchezza dove va a finire? Chi se la intasca?”

“Allora – sottolinea Gasbarrino – la domanda che sorge spontanea è: ma allora questa ricchezza dove va a finire? Chi se la intasca? Io in 35 anni di mestiere non sono riuscito a spiegarmelo, si parla di filiera troppo lunga, ma io ricordo che quando tra i primi abbiamo scavalcato i mercati centrali all’ingrosso e siamo andati direttamente sul produttore i margini non sono mica aumentati.
Forse è giunto il momento che queste domande ce le si ricominci a fare e ci si metta tutti, serenamente, ma seriamente, attorno ad un tavolo a cercare di capire questo mistero: questo è un campo dove non ci si può e non ci si deve dividere, ed il rapporto deve diventare di vera partnership”.

I commenti

Non sono mancati, come sempre, i commenti all’acuto post di Gasbarrino, molto seguito sui social.

Tra questi Raffaele Spreafico, amministratore delegato dell’omonimo gruppo lombardo afferma: “Concordo sulla necessità di una analisi condivisa della filiera. La contrapposizione probabilmente genera solo quanto tu stai correttamente ricordando. Un approfondimento congiunto partendo da bisogni del consumatore e risalendo tutte le fasi dell catena del valore necessarie a soddisfarli potrebbe generare maggiore remunerazione a tutti”.

Salvatore Garofalo, buyer ortofrutta di Tatò Paride, aggiunge: “Non capiremo mai la ricchezza o presunta tale a chi va a finire perché ci sono troppe poche leggi, pochi ammortizzatori e troppe variabili fuori controllo o imprevedibili. Quando un agricoltore perde il 50% del raccolto per rifarsi dovrebbe vendere il restante 50 al doppio? Il mercato glielo riconosce? Da chi si dovrebbe rifare? Le eccedenze produttive e giusto pagarle ai produttori sotto i costi di produzione? E’ giusto che il classico fruttivendolo al mercato ingrosso faccia affari sulla disperazione dei produttori e dall’altro il cliente finale risparmia rispetto al supermercato?”, si domanda il manager.
“In sintesi chi sta in mezzo non perde mai, sia commercianti che distributori. La distribuzione organizzata e’ quella che fa meno danni di tutti al comparto
“.

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