L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è stato designato dal D. lgs. 198/21 quale Autorità nazionale di contrasto alle Pratiche commerciali sleali, nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare.
Il decreto in esame ha stabilito che l’Ispettorato pubblichi una relazione annuale sulle attività svolte, indicando il numero delle denunce ricevute e quello delle indagini avviate o concluse nel corso dell’anno precedente. Per ogni indagine conclusa, la relazione deve contenere un’illustrazione sommaria del caso, l’esito dell’indagine e la decisione presa. È, altresì, previsto che su un’apposita sezione del sito internet del Ministero, siano regolarmente pubblicati i provvedimenti sanzionatori inflitti.
Tale previsione è un aspetto di rilievo della normativa, in quanto la relazione dovrebbe rappresentare un importante strumento per la comprensione dello stato dell’arte in materia e la pubblicazione dei provvedimenti sanzionatori, analogamente a quanto avviene nella materia sottoposta alla vigilanza del Garante della Privacy, avere una serie di effetti di rilievo. Quali quelli di contribuire a garantire la trasparenza dell’attività svolta; rappresentare un deterrente nei confronti di coloro che potrebbero essere tentati dall’attuare pratiche scorrette; dare utili indicazioni alle imprese a comprendere meglio la disciplina normativa; consentire ai consumatori di conoscere le imprese che non si sono comportate secondo correttezza.
Al momento non risulta che sia stata allestita la pagina del sito con i provvedimenti dell’Autorità mentre è stata di recente pubblicata l’attesa Relazione sulle Attività di Contrasto alle Pratiche Sleali 2022 della ICQRF.
Il documento offre una panoramica dettagliata delle attività svolte nel 2022, evidenziando le tendenze dominanti e le criticità riscontrate. Come da previsione, le denunce sono state nell’anno in esame un numero molto limitato, solo 3, tutte rivolte ad acquirenti del settore ortofrutta.
Le azioni d’iniziativa dell’Autorità sul territorio nazionale sono state complessivamente 139, mediante le quali sono stati verificati 76 operatori ed elevate 15 contestazioni amministrative.
La maggior parte delle violazioni accertate ha riguardato l’assenza di contratti scritti, pagamenti oltre i termini e restituzione di merce invenduta senza la corresponsione del pagamento in favore del fornitore. In particolare, in riferimento al settore ortofrutticolo, sono state condotte 33 ispezioni e controllati 27 operatori. Inoltre, sono state emesse due sanzioni amministrative, ma al momento non sono disponibili informazioni riguardo l’importo o i destinatari delle stesse.
Se si considera che ogni anno le pratiche commerciali sleali procurano oltre 350 milioni di euro di danni a cascata nella filiera agricola e alimentare e che le manifestazioni di “buyer power” in danno dei fornitori, secondo le testimonianze degli operatori, non sono certo venute meno, si può considerare che gli effetti della nuova disciplina al momento siano minimi.
Tuttavia, è stata da poco istituita dall’ICQRF la nuova Unità di contrasto alle pratiche commerciali sleali (denominata UPS) con compiti di istruttoria, analisi della materia, indagini e supporto tecnico – giuridico per aumentare l’efficacia della propria azione. In particolare, l’Unità di contrasto è incaricata di coordinare le attività di indagine, per iniziativa o per denuncia, svolta dagli Uffici territoriali e, in considerazione della particolare natura degli accertamenti e/o per la complessità delle attività, può avvalersi dei Carabinieri per la tutela agroalimentare e della Guardia di Finanza.
PRATICHE SLEALI, LA PRIMA RELAZIONE DELL’ICQRF DIMOSTRA CHE GLI EFFETTI DELLA NUOVA DISCIPLINA SONO MINIMI
L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è stato designato dal D. lgs. 198/21 quale Autorità nazionale di contrasto alle Pratiche commerciali sleali, nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare.
Il decreto in esame ha stabilito che l’Ispettorato pubblichi una relazione annuale sulle attività svolte, indicando il numero delle denunce ricevute e quello delle indagini avviate o concluse nel corso dell’anno precedente. Per ogni indagine conclusa, la relazione deve contenere un’illustrazione sommaria del caso, l’esito dell’indagine e la decisione presa. È, altresì, previsto che su un’apposita sezione del sito internet del Ministero, siano regolarmente pubblicati i provvedimenti sanzionatori inflitti.
Tale previsione è un aspetto di rilievo della normativa, in quanto la relazione dovrebbe rappresentare un importante strumento per la comprensione dello stato dell’arte in materia e la pubblicazione dei provvedimenti sanzionatori, analogamente a quanto avviene nella materia sottoposta alla vigilanza del Garante della Privacy, avere una serie di effetti di rilievo. Quali quelli di contribuire a garantire la trasparenza dell’attività svolta; rappresentare un deterrente nei confronti di coloro che potrebbero essere tentati dall’attuare pratiche scorrette; dare utili indicazioni alle imprese a comprendere meglio la disciplina normativa; consentire ai consumatori di conoscere le imprese che non si sono comportate secondo correttezza.
Al momento non risulta che sia stata allestita la pagina del sito con i provvedimenti dell’Autorità mentre è stata di recente pubblicata l’attesa Relazione sulle Attività di Contrasto alle Pratiche Sleali 2022 della ICQRF.
Il documento offre una panoramica dettagliata delle attività svolte nel 2022, evidenziando le tendenze dominanti e le criticità riscontrate. Come da previsione, le denunce sono state nell’anno in esame un numero molto limitato, solo 3, tutte rivolte ad acquirenti del settore ortofrutta.
Le azioni d’iniziativa dell’Autorità sul territorio nazionale sono state complessivamente 139, mediante le quali sono stati verificati 76 operatori ed elevate 15 contestazioni amministrative.
La maggior parte delle violazioni accertate ha riguardato l’assenza di contratti scritti, pagamenti oltre i termini e restituzione di merce invenduta senza la corresponsione del pagamento in favore del fornitore. In particolare, in riferimento al settore ortofrutticolo, sono state condotte 33 ispezioni e controllati 27 operatori. Inoltre, sono state emesse due sanzioni amministrative, ma al momento non sono disponibili informazioni riguardo l’importo o i destinatari delle stesse.
Se si considera che ogni anno le pratiche commerciali sleali procurano oltre 350 milioni di euro di danni a cascata nella filiera agricola e alimentare e che le manifestazioni di “buyer power” in danno dei fornitori, secondo le testimonianze degli operatori, non sono certo venute meno, si può considerare che gli effetti della nuova disciplina al momento siano minimi.
Tuttavia, è stata da poco istituita dall’ICQRF la nuova Unità di contrasto alle pratiche commerciali sleali (denominata UPS) con compiti di istruttoria, analisi della materia, indagini e supporto tecnico – giuridico per aumentare l’efficacia della propria azione. In particolare, l’Unità di contrasto è incaricata di coordinare le attività di indagine, per iniziativa o per denuncia, svolta dagli Uffici territoriali e, in considerazione della particolare natura degli accertamenti e/o per la complessità delle attività, può avvalersi dei Carabinieri per la tutela agroalimentare e della Guardia di Finanza.
Gualtiero Roveda
avvocato, giornalista pubblicista
¹ Fonte: Italia Oggi 21/04/2021
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