PORTI, TRAFFICO RO-RO VIAGGIA A VELE SPIEGATE. BENE GENOVA E SAVONA

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I porti italiani hanno assorbito bene la rivoluzione amministrativa della riforma Delrio, arrivata con la fine del 2017 al suo primo intero anno di esecutività. Secondo una prima ricognizione del Secolo XIX-The MediTelegraph sulle tabelle di traffico Espo fornite dalle Autorità di sistema portuale italiano lo scorso anno è stato positivo per le banchine italiane.

In termini statistici, come sottolinea in un articolo The Medi Telegraph, l’aggregazione fa bene ai porti di Genova e Savona: i due scali insieme sommano il maggiore tonnellaggio italiano (69,1 milioni, +8,5%), il maggior numero di container movimentati (2,6 milioni di teu, +13,3%), il maggior numero di passeggeri con 4,2 milioni di persone, ma in flessione del 3,1% e se si escludono i dati sul traffico sotto le 20 miglia, che spingono gli 1,8 milioni di persone transitate a Napoli-Salerno fino a quota 7,3 milioni.

In generale, la vera carta vincente dei porti italiani è il traffico dei traghetti di merci rotabili (ro-ro), in forte crescita in tutti gli scali del Paese, dove si consolidano i porti storicamente più forti nel segmento (Napoli grazie a Salerno, Genova e Savona, Trieste, presumibilmente anche Livorno-Piombino di cui però non sono ancora disponibili i traffici) e vede nel contempo portare nuove opportunità agli scali che puntano su questo traffico (La Spezia grazie a Marina di Carrara +71,1%, Venezia +44,8% e Bari +13,4% su volumi già consistenti).

È confermata invece la crisi dei porti di trasbordo: Gioia Tauro con 2,4 milioni di teu scende sotto Genova in classifica, per ora solo parzialmente compensata dal traffico auto (+716,2%); Taranto lavora con l’Ilva ma segna meno su tutte le tipologie di traffico (container -100% a quota zero) a parte le crociere (ma su volumi minimi, 8.500 passeggeri +100%); di Cagliari sono noti solo i numeri del terminal container (433 mila teu, -35,5%) delle crociere (in forte crescita: 430 mila passeggeri, +70%) ma non ancora il tonnellaggio aggregato di tutti gli scali della Sardegna.

Il traffico ro-ro si conferma il valore aggiunto del nostro Paese – spiega Umberto Masucci, vice-presidente della Federazione del Mare – e il traffico per eccellenza nel Mediterraneo: secondo i più recenti studi demografici, la nostra area nel 2050 avrà 650 milioni di abitanti contro i 450 attuali, e saranno quasi equivalenti agli abitanti di tutta Europa. Un peso demografico che si rifletterà sui traffici, e richiedendo mezzi e infrastrutture portuali più flessibili del solo sistema portacontainer-terminal container. L’intermodalità è la chiave di crescita, e questi numeri lo dimostrano. Nel ro-ro, ma anche nel terminalismo, interpretato in maniera positiva a Trieste, dove il traffico su treno credo sfiori 50% (e dove il traffico container è cresciuto del 26,6% a 616 mila teu) e in senso negativo a Gioia Tauro, dove è evidente che la sola forza lavoro del terminal non può competere con i prezzi del Nord Africa o della stessa Malta”.

“Analizzando i dati – osserva Gian Enzo Duci, coordinatore di Confmare – notiamo una progressiva polarizzazione dei traffici verso gli scali più grandi, che hanno quindi una maggiore capacità di effettuare un numero più alto di investimenti. Io credo che questo fenomeno si accentuerà in maniera ancora più marcata nel con il 2018, insieme a una ripresa del traffico crociere, che nel 2017 hanno pagato lo spostamento di una serie di unità dal Mediterraneo all’Asia”.

(fonte: The Medi Telegraph)

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