È il primo gateway in Italia per movimentazione di ortofrutta con oltre il 52% delle importazioni nazionali del comparto. Circa 523 mila tonnellate di merce importata, per una cifra superiore a 535 milioni di euro. Sono questi i numeri record ottenuti nel 2015 dal sistema dei porti organizzato della Liguria, formato dagli scali di Genova, Savona-Vado Ligure e La Spezia. Nell’ultimo anno il porto di Savona–Vado Ligure ha accolto circa 351 mila tonnellate di frutta e ortaggi freschi, quello di Genova 146 mila mentre La Spezia ha superato le 26 mila tonnellate. Al valore sono così stati raggiunti rispettivamente 240, 269 e 27 milioni di euro. La Ligurian Ports Alliance (LPA), di cui è attualmente presidente Lorenzo Forcieri (anche presidente dell’Autorità portuale della Spezia, nella foto), è un vero esempio di efficienza portuale. “Sono diversi i punti di forza su cui può contare il sistema ligure: dalla posizione geografica strategicamente importante all’efficienza degli operatori che vi operano, senza dimenticare le infrastrutture di cui è dotato. Siamo tuttavia consapevoli di dover migliorare in termini di intermodalità, di trasporto su ferro e di procedure; ma ci stiamo lavorando”. Il primato ottenuto dagli scali liguri è infatti il frutto di un impegno costante in un’ottica di progressivo miglioramento, anche in un momento in cui le grandi navi specializzate nel trasporto refrigerato sono via via rimpiazzate dalle più moderne navi portacontainer e ai grandi terminal reefer vengono preferiti gli hub cointainer.
“È un fenomeno reale grazie al quale siamo certi possa esserci sempre più spazio nella movimentazione del fresco anche per i porti di Genova e La Spezia, oltre allo storico scalo di Vado Ligure. In tutti i porti liguri si stanno infatti facendo molti sforzi per migliorare l’operatività delle strutture a terra e per il trasporto attraverso la realizzazione di investimenti mirati”, commenta Forcieri. In termini di infrastrutture il terminal più attrezzato del paese è il Vte di Prà-Voltri a Genova con una capacità totale di 1384 plug, mentre APM Terminals, subentrata a GF Group nell’agosto dello scorso anno nella gestione del Reefer Terminal di Vado Ligure, ha già annunciato la realizzazione di una nuova piattaforma container entro il gennaio 2018 grazie ad un investimento di 150 milioni di euro. Sul fronte del risanamento dei trasporti, invece, la containerizzazione dei trasferimenti sta conferendo sempre maggior importanza ad aree retroportuali come quella di Santo Stefano Magra in provincia di La Spezia, dove è da poco sorto lo Spezia Reefer Center, partecipato anche da Contship Italia e sul quale sta puntando anche Tarros. Infine, in una prospettiva di miglioramento del sistema logistico interportuale, tutti gli scali liguri stanno portando avanti progetti per lo sviluppo di collegamenti ferroviari. “Il trasporto su ferro – spiega il presidente Forcieri – rappresenta in Italia solo il 10% dei trasferimenti di merce mentre il restante 90% è prerogativa dei mezzi su gomma. Il porto di La Spezia rappresenta una sorta di eccezione perché qui la percentuale del trasporto su ferro sale al 30%, ma ci sono ancora ampi margini di crescita. Come Genova e Vado, anche a La Spezia si sta lavorando in questa direzione”. Un esempio su tutti è il nuovo progetto per il trasferimento dei carichi di frutta su rotaia dal porto di Vado Ligure alla piattaforma di Orbassano, in essere dallo scorso dicembre (leggi news 1 e 2.) “Si tratta di un’idea ancora in via di perfezionamento ma che in breve tempo, grazie ad ulteriori investimenti, dovrebbe standardizzarsi su una frequenza settimanale dei viaggi”. Stessa volontà di sviluppare il trasporto su rotaie è stata manifestata anche dai porti di Genova e La Spezia. “Siamo ancora all’inizio ma ciò che si sta facendo è già qualcosa di molto positivo. L’arretratezza dell’Italia rispetto al resto d’Europa riguardo all’adeguatezza del trasporto ferroviario è innegabile ma qualcosa sembra stia veramente cambiando. Il Piano Nazionale della Logistica e della Portualità e la cosiddetta ‘cura del ferro’ del Ministro Delrio pongono finalmente al centro del nostro paese il sistema ferroviario per accrescere l’efficienza della logistica”.
In generale c’è ottimismo nelle parole di Forcieri circa il futuro; la serie di progetti intrapresi dai tre scali potrebbero portare la Liguria al centro dell’Europa. Finora, nella maggior parte dei casi, le grandi navi provenienti dal Canale di Suez sono state costrette ad oltrepassare lo Stretto di Gibilterra e attraccare nei grandi porti del Nord Europa per poi tornare verso sud attraverso il trasporto su gomma; grazie a questi progetti, LPA vorrebbe invece creare un accesso logistico ai mercati del nord Italia, del sud della Francia, di Svizzera e Germania dando nuovo lustro al sistema portuale nostrano. Un esempio dell’intraprendenza ligure e della sua volontà di aprirsi sempre più a nuovi mercati attraverso una rete logistica efficiente è rappresentata anche dal Fresh Food Corridors, il nuovo progetto europeo intrapreso dal porto di La Spezia insieme a quello di Venezia, Koper, Capodistria e Marsiglia. L’idea è di favorire lo sviluppo di un corridoio logistico integrato per i prodotti agri-food provenienti dal Medio Oriente che vanta un sistema di controllo della qualità e della tracciabilità della merce efficiente e garantito.
In Liguria si sta dunque facendo tanto per sviluppare i traffici di merce refrigerata ma la possibilità di suscitare una malsana competitività tra scali è completamente fuori discussione: “Non stiamo facendo investimenti per sfavorirci l’uno l’altro ma al contrario per sostenerci e per colmare quel limite che purtroppo in Italia ad oggi c’è. La nostra principale volontà è attrezzarci adeguatamente per riuscire finalmente a raggiungere le principali destinazioni del sud della Germania e della Svizzera”, chiosa il presidente.
Infine commentando la riforma della governance portuale licenziata dal governo, Forcieri ammette: “Ho già espresso il mio giudizio molto positivo in merito al Piano Nazionale della Portualità e della Logistica. Ora, rispetto al decreto sulla governance delle Authority, auspico che sia rafforzata la coerenza con il Piano stesso. In particolare, speriamo siano pienamente mantenute le specificità delle Autorità Portuali, Enti che devono essere in grado di competere con le più avanzate realtà del nord Europa”.
Chiara Brandi