PORTI ITALIANI, IL TRAFFICO TORNA A CRESCERE. ORA L’INCOGNITA DELLA GUERRA

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I dati pubblicati sul sito di Assoporti, l’associazione dei porti italiani, segnano un 2021 in crescita per i traffici complessivi degli scali con l’8,41% in più, a 481,5 milioni di tonnellate di merce contro i 444 milioni del 2020.

Ma il risultato resta ancora inferiore al pre-pandemia: nel 2019, infatti, erano state movimentate 490 milioni di tonnellate di merce. I contenitori segnano un 5,7% in più rispetto al 2020.

Salgono a quota 11.296.719 teu in crescita anche rispetto al 2019. “Abbiamo rilevato segnali positivi positivi in tutti i segmenti di traffico (rinfuse liquide +4,4%; rinfuse solide +15,2%, merci varie 9,7%) anche se alcuni settori non hanno ancora recuperato i livelli di traffico pre-crisi (rinfuse liquide -10,4%; rinfuse solide -4,8%)” commenta il presidente di Assoporti Rodolfo Giampieri. Confermata la crescita dei passeggeri (locali +23,7; traghetti +39,8% e crociere +296%). anche se il recupero rispetto al pre-Covid è ancora lontano. “I porti hanno dato e stanno dando grande prova di resilienza dovuta anche ad una forte capacità organizzativa” continua Giampieri. Ma oggi l’imprevedibilità del conflitto tra Russia e Ucraina “sta creando ed è destinata a creare ulteriori cambiamenti nei flussi delle merci ma anche nel traffico passeggeri. In riferimento alle merci, si stima che quelle trasportate per via marittima da/per la Russia (Mar Nero) e l’Ucraina siano circa 38 milioni di tonnellate” sottolinea Assoporti con una nota.

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