POMODORO, MUTTI LANCIA UN SOS: “CLIMA E DUMPING CINESE IMPATTANO SUL SETTORE”

Condividi

“La campagna 2024 di raccolta del pomodoro è veramente difficile. Ma dobbiamo ancora finire l’intera produzione per poterne essere certi”.

È quanto dichiarato da Francesco Mutti (nella foto), Ad del Gruppo Mutti, l’azienda di Parma specialista nel mercato dei derivati del pomodoro, in un’intervista a Adnkronos/Labitalia. Secondo quanto spiega Mutti, la principale causa è da attribuire al cambiamento climatico. Le precipitazioni inusuali che hanno colpito il nord-ovest tra maggio e giugno con piogge che hanno portato oltre il 95% del percentile “hanno stressato in modo importante le piante riducendone la capacità produttiva e ritardandone la maturazione”.

Le criticità al Sud: precocità e mancanza d’acqua

Al Sud c’è invece una situazione di abbondanza, ma con due criticità: “Uno, il pomodoro si sta precocizzando moltissimo e quindi ci sono dei dubbi sulla possibilità di poterlo trasformare completamente nei tempi; due, la mancanza d’acqua”.

Il pericolo cinese

Oltre ai cambiamenti climatici, secondo Mutti bisogna fare i conti con un altro pericolo: la Cina. “Nell’ultimo biennio la Cina ha deciso di fare una politica di importantissima sovrapproduzione di pomodoro, la definirei senza dubbio in dumping, andando ben al di là delle necessità produttive sia per quelle che sono le sue capacità di vendita ma anche per quelle che sono le necessità di produzione mondiale. Con un chiarissimo e dichiarato obiettivo di diventare il primo produttore al mondo, con un pomodoro di bassissima qualità”, spiega ad Adnkronos. “Gli Stati Uniti hanno proibito l’ingresso del pomodoro cinese. Come Europa potremmo muoverci anche noi in quella direzione“.

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE