La filiera delle conserve di pomodoro si conferma, anche nel 2014, uno dei principali fattori di forza dell’agroalimentare italiano, 100% made in Italy. Il giro d’affari è cresciuto del 3,6 per cento e si è attestato a 1,5 miliardi di euro. La tipologia più richiesta dai mercati è il pomodoro pelato, intero o in pezzi, che con 2 milioni di tonnellate è la preferita ovunque, anche in un periodo di forte congiuntura economica.
Tra i derivati del pomodoro, la passata incontra il gradimento dei consumatori soprattutto all’estero, dove è cresciuta in un anno di oltre il 22 per cento. Il concentrato, invece, cresce soprattutto in Russia (+47 per cento) e in Belgio (+30 per cento). Il 60 per cento del fatturato è realizzato con l’export. Un prodotto tipicamente italiano, il pomodoro, su cui puntare e investire per promuoverne la qualità e l’autenticità anche sui mercati internazionali.
Simbolo di una eccellenza alimentare che, nel complesso, “pesa” per oltre il 15 per cento sul Pil nazionale e per oltre il 10 per cento sull’occupazione. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale delle aziende conserviere, l’Italia ha lavorato oltre la metà della produzione europea (4,9 milioni di tonnellate, il 50,2 per cento del totale). Poco più di due milioni sono “rimasti” sul mercato interno, mentre il resto ha preso la via dei traffici internazionali. Germania “uber alles”, con 372 mila tonnellate (20,3 per cento), seguita da Gran Bretagna (15,6 per cento), Francia (8,6 per cento) e Stati Uniti (6 per cento). Tra i Paesi estimatori dell’autentico prodotto italiano figurano anche il Giappone (5,6 per cento), mentre tra i nuovi mercati quello russo è cresciuto del 17,2 per cento. (fonte: Repubblica)
