POMODORO DA INDUSTRIA, NEL VERONESE IL COMPARTO TIENE E INVESTE

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Perdite più contenute rispetto ai timori iniziali per il pomodoro da industria nel Veronese.

Se il maltempo di luglio ha lasciato il segno, il caldo di agosto ha permesso un recupero di produzione, limitando il gap. Il quale, comunque, rimane, anche se il prezzo riconosciuto agli agricoltori grazie all’accordo con l’industria che è stato siglato a maggio, 150 euro a tonnellata, dovrebbe compensare i mancati guadagni. Probabilità che andrà verificata in sede di bilancio di stagione, a metà settembre.

“La campagna quest’anno è partita male, perché è piovuto molto ed alcune coltivazioni sono state danneggiate dalla grandine”, sottolinea a L’Arena Marco Giavoni, che fa parte della sezione Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Verona ed è produttore a Nogarole Rocca. “Per fortuna le temperature elevate e la siccità delle ultime settimane hanno cambiato nettamente la situazione ed anche se manca un po’ di quantità, la qualità è buona, tanto che ci sono pochissimi scarti e pomodori verdi”.

Giavoni precisa che gli eventi meteo, dove si sono verificati, hanno fatto danni. “La mia azienda ha preso in pieno due bombe d’acqua e una grandinata ed ora gli ammanchi ammontano a circa il 20%”, afferma nell’intervista al quotidiano locale. “Ormai, però, dobbiamo abituarci al fatto che siamo diventati un paese tropicale, con caldo e piogge forti ed abbondanti; una situazione che il pomodoro non ama, dato che predilige il caldo e l’asciutto”. Quest’anno la richiesta dell’industria non manca, anche a causa dell’assenza sul mercato del prodotto romagnolo: l’Emilia Romagna è tra le prime regioni in Italia per coltivazioni. Nel Veronese si sta investendo molto in questa coltura. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, la provincia scaligera ha confermato anche nel 2022 la propria leadership in Veneto, con 1.100 ettari dei 1.760 regionali (+14%), seguita da Rovigo (370 ettari, – 26%) e Venezia (200 ettari, 25%). “Il pomodoro è una coltivazione difficile, perché molto costosa, ma dà soddisfazione”, rimarca Giavoni. “Nel settore cereali, dal mais all’orzo, i prezzi sono crollati, mentre per il pomodoro da industria vengono riconosciute buone quotazioni”, aggiunge. “L’aumento è stato consistente rispetto al 2022, anche se l’incremento dei costi di produzione, tra energia, concimi, fitofarmaci ed imballaggi, impedisce di avere grande marginalità”.

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