POMODORO DA INDUSTRIA, MUTTI: “SETTORE AL COLLASSO, INTERVENIRE SUBITO”

Condividi

Una ‘tempesta perfetta’, tra siccità e boom dei costi del gas in bolletta. E’ quella che stanno affrontando le aziende del settore della trasformazione e conservazione del pomodoro, alle prese con una delle campagne di raccolta più difficili di sempre. E senza interventi di sostegno al settore sono a rischio sopravvivenza aziende e decine di migliaia di occupati del comparto dell’ ‘oro rosso’, uno dei simboli del made in Italy.

E’ l’allarme che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Francesco Mutti (nella foto), ad di Mutti spa, tra i leader del settore sul mercato italiano ed europeo.

“In Italia siamo ancora a metà campagna -racconta Mutti- nella raccolta e trasformazione del pomodoro. E’ stata finora una campagna infinitamente difficile, con la siccità che ha avuto un impatto importante. E non ci saranno certamente le produzioni del 2021, stimiamo un -15/-17%“, spiega Mutti.

E la siccità è andata a braccetto con il boom dei costi in bolletta. “Noi stimiamo rispetto all’anno scorso -sottolinea Mutti- un aumento della bolletta del gas di circa il 400-500%, se paragonato invece al 2020 parliamo del 1200-1300%. E’ come se lei due anni fa fosse andato a mangiare una pizza e l’avesse pagata 9 euro e tornato a mangiarla due anni dopo l’avesse pagata 120 euro…”, spiega.

“Un elemento come quello del gas che nel nostro conto economico era importante ma non drammatico oggi è diventato una voce di costo assolutamente fuori controllo per motivi esogeni”, continua allarmato Mutti.

Difficoltà che non spaventano un’azienda solida come Mutti, ma che potrebbero provocare danni seri a tante altre aziende più piccole e fragili. “In questo momento siamo un’azienda -continua Mutti- con un fatturato stimato per il 2022 di 550 milioni di euro netti, con una vendita per oltre il 50% all’estero, in particolare nei Paesi europei. E siamo leader di mercato in Europa come marca con una quota a valore che si attesta al 15%, veniamo da otre 20 anni di crescita media a doppia cifra con la trasformazione di oltre 600mila tonnellate di materia prima”, sottolinea.

Risultati che vanno di pari passo a quelli raggiunti dal sistema Paese nel settore. “L’Italia nel 2021 è ritornata ad essere il secondo produttore al mondo di pomodoro, che è uno dei simboli del made in Italy. E ‘giocarci’ questo settore, che dà complessivamente 4 miliardi di fatturato e occupa complessivamente decine e decine di migliaia di persone, sia in agricoltura che sul fronte industriale, per una disattenzione è proprio imperdonabile. Noi che siamo un’azienda grande avremo un impatto sui conti economici devastante ma uno shock esterno di questo tipo rischia di distruggere il valore creato dal comparto. La crisi ucraina e il boom dei prezzi del gas non sono sostenibili da una filiera che vede il 100% della propria trasformazione concentrata nei due mesi clou in termini di crescita dei costi”, rimarca Mutti.

E l’aumento dei costi per le aziende verrà inevitabilmente scaricato anche sul costo della passata e degli altri prodotti derivanti dal pomodoro per i consumatori. Ma il peggio, per Mutti, verrà se non si interviene subito a sostegno delle aziende del comparto. “Ci sarà un aumento della passata di pomodoro per i consumatori, ma parliamo di alcuni decine di centesimi per un chilo di prodotto e quindi incidono sulle tasche degli italiani ma non sono un elemento determinante. Determinante sarebbe, invece, se oggi non dovesse esservi una barriera corretta al prezzo del gas perché continueremmo vedere delle crescite esponenziali dei prezzi, per una illogica crescita del costo del gas”, aggiunge ancora.

Senza tanti giri di parole per Mutti serve agire subito, per evitare il tracollo di uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Nel settore della trasformazione e conservazione del pomodoro, “abbiamo avuto una prima esplosione di costi, in modo assolutamente violento, legato al tema dell’energia, degli imballaggi, nel tardo autunno 2021 ma che si è riflessa sulla campagna 2022. E poi abbiamo avuto l’esplosione dei costi energetici di questi mesi. Sarà un bagno di sangue, io credo che molte delle aziende del settore rischiano di non farcela ad andare avanti. Per il settore serve un intervento ad hoc”, ribadisce.

“Si sta parlando -continua Mutti- di mettere un limite al prezzo del gas, si sta parlando di tante cose. Il problema è che il nostro settore utilizza l’energia dal 20 di luglio al 20 di settembre e se si guarda l’andamento del prezzo del gas si capisce che cosa vuol dire essere esposti a una produzione che parte il 20 luglio e non può essere posticipata, bloccata o rallentata perché il pomodoro non può restare giorni in campo in attesa che si risolvano i problemi di natura economica legata al gas”, attacca Mutti.

E per l’industriale non si può aspettare l’esito delle elezioni e la formazione del nuovo governo. “Per sostenere il comparto credo che tutto sia legato al fatto di potere essere identificati come il settore che più di tutti soffrirà per questa crisi energetica. Questo non lo chiediamo tanto al prossimo governo, che se va bene sarà in carica a fine ottobre quando i giochi per noi saranno fatti, ma a quello attuale per avere qualcosa oggi, subito, quando sarà finita la campagna di trasformazione”, rimarca.

“L’esecutivo Draghi -sottolinea Mutti- è riuscito a portare l’Italia a essere il Paese nell’ultimo trimestre con la migliore crescita al mondo tra quelli evoluti. E ci auguriamo venga posta attenzione a un settore che genera miliardi di fatturato e decine di migliaia di occupati”.

“E quindi che venga fatto qualcosa ‘ad hoc ‘per il nostro settore per ribilanciare i costi energetici insostenibili per un settore che ha una via industriale brevissima, 60 giorni, e viene profondamente colpito da questi aumenti”, aggiunge.

“Per quanto riguarda il nuovo governo che uscirà dalle elezioni, credo che l’esperienza dell’attuale esecutivo -sottolinea Mutti- è stata estremamente costruttiva, con l’abilità di non fare grandi proclami ma di riuscire a capire esattamente quali fossero le necessità e di dare risposte. Senz’altro uno dei temi sul tappeto è la riduzione del nucleo fiscale, perché in momenti di grande inflazione è importante che chi lavora possa trarre maggior beneficio dal proprio lavoro e non essere un costo esorbitante per le aziende”, aggiunge ancora.

“Certezza legislativa e chiarezza dal punto di vista fiscale sono determinanti per uno sviluppo sano dell’economia insieme alla legalità. Questo è il terreno fertile in cui le aziende possono crescere e svilupparsi”, conclude Mutti.

Risultati che quest’anno si sono scontrati con una siccità che per Mutti deve spingere a guardare al futuro pensando a delle contromisure. “Dovremmo riflettere -spiega- in modo molto radicale e radicato su quello che sarà la nostra politica idrica dei prossimi anni. Dobbiamo assolutamente iniziare a pensare non solo in una logica di presente ma anche per il futuro. Pensare, quindi, a politiche per produrre pomodoro con meno acqua ma anche a una politica corretta di invasi. Di micro-invasi e di medi invasi e quindi la costruzione di progetti affinché l’acqua che continua a cadere sia più trattenuta”.

Un calo in parte derivante dalla siccità, in parte dall’incremento dei costi in agricoltura, da una maggiore difficoltà, e anche dalla volontà di non fare un anno importante come era stato il 2021.

(fonte: Adnkronos)

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE