POMODORO DA INDUSTRIA, DISTRETTO DEL SUD IN CRISI. ITALIA ORTOFRUTTA: “GESTIRE LE CRITICITÀ”

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La crisi del distretto del pomodoro del Sud è sempre più acuta. Nato in aprile con l’obiettivo di appianare i contrasti del passato tra coltivatori e industriali trasformatori, il Distretto del Centro Sud rischia di rompersi già alla prima campagna di raccolta.

I rappresentanti dei coltivatori, che addebitano ai trasformatori di aver violato le norme contrattuali a poche settimane dalla loro definizione, hanno annunciato che sette delle principali Organizzazioni dei produttori – in rappresentanza del 40% del pomodoro prodotti al Sud – lasceranno il Distretto.

Sulla questione interviene anche Italia Ortofrutta che commenta quanto sta accadendo ad un comparto in grave crisi:

"Le prime difficoltà della campagna produttiva del pomodoro da industria legate all’accelerazione della maturazione dovuta agli eccessi climatici ed al danneggiamento del prodotto in campo dovuti agli eccessi di calore sta mettendo a nudo una delle principali debolezze della filiera del pomodoro del centro sud Italia: la incapacità di gestire le inevitabili difficoltà legate alla campagna produttiva.

Italia Ortofrutta Unione Nazionale ricorda che uno degli obiettivi che hanno stimolato la nascita del Distretto è proprio quello di rafforzare la posizione competitiva del sistema produttivo nel suo complesso con strumenti atti a favorire il confronto e la definizione di strategie condivise tra il mondo della produzione e della trasformazione.

Le dimissioni di alcune OP dal Distretto motivate dalla presunta o meno mancata pronta risposta delle industrie a trasformare il prodotto ed al minore apprezzamento dello stesso in termini di qualità, in questa fase della campagna non appaiono risolutive delle problematiche in essere né danno luogo a soluzioni per meglio rispondere alle criticità che si presenteranno. Il prodotto infatti continua a maturare e va inevitabilmente consegnato alle industrie di trasformazione e gli impegni contrattuali assunti tra le parti restano comunque validi. Si tratta solo di decidere se in un futuro sia più conveniente gestire tali criticità con un approccio individuale “OP – industria” o migliorare ulteriormente un approccio di tipo collettivo rappresentato dal Distretto e dal suo accordo distrettuale.

Il Distretto infatti è stato fortemente voluto dalla parte agricola ed industriale per gestire in modo coordinato e spersonalizzato problematiche legate alle consegne che inevitabilmente ci saranno – in modo più o meno accentuarlo – tutti gli anni, ma soprattutto per far crescere un approccio strategico di settore finalizzato alla valorizzazione di un prodotto, il pomodoro trasformato, economicamente non apprezzato a dovere. Italia Ortofrutta ritiene che un approccio collettivo di filiera come quello intrapreso con la costituzione del Distretto sia inevitabile per tutelare la parte agricola ma soprattutto per perseguire un approccio condiviso di valorizzazione che rappresenta l’obiettivo principale di chi produce e vende derivati di pomodoro.

E’ necessario infatti al di là delle problematiche contingenti condividere in un rinnovato approccio di sistema, un grande processo di valorizzazione e rilancio dei derivati del pomodori di qualità che provi a ridare il giusto valore a questo grande prodotto Italiano. Ci saremo illusi, continua Italia Ortofrutta, se il neonato Distretto alla sua prima vera campagna di produzione avesse gestito senza affanni le problematiche peraltro ben note. Sicuramente vanno migliorate le regole di funzionamento ed attentamente monitorati quei comportamenti che si discostano da quanto concordato ma evitando prese di posizione che danneggiano complessivamente una filiera che sta cercando di dotarsi di regole di funzionamento. Non è certo in piena raccolta il momento più opportuno per tirare le somme su chi non ha rispettato le regole.

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