Datterino, pixel, costoluto, mini plum, piccadilly, costoluto maremagno e marinda, cuore di bue: sono alcune delle principali varietà di pomodoro coltivate e commercializzate da Verde Oro, cooperativa agricola di Pachino, socio del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP. L’impresa siciliana, che oltre ad essere produttore è anche confezionatore, tra l’altro ha inserito un nuovo macchinario per creare vaschette con flow pack per aumentare il business e i rapporti con la GDO.

“Ad oggi i mercati all’ingrosso valgono tra il 60 e il 70% del nostro fatturato”, spiega Cristian Sessa, responsabile commerciale dell’azienda sicula, “sebbene non manchi una quota significativa (circa il 20%) dedicata all’export, in particolare in Francia, Germania e, in misura inferiore, in Danimarca. Serviamo anche la grande distribuzione, anche attraverso intermediari, ma stiamo lavorando per aumentare il rapporto con la GDO, aumentando l’offerta e le confezioni. Per questo stiamo puntando maggiormente sui prodotti floppaccati.

Lo scorso anno Verde Oro, che dispone di 10 ettari totali di produzione, ha commercializzato 1.100 tonnellate di ortofrutta, di cui il 90% rappresentata dalle varie tipologie di pomodoro. “Nel 2022, come quasi tutti gli operatori, abbiamo riscontrato grandi difficoltà nell’aumento dei costi di vari prodotti, a partire dai fertilizzanti, più che triplicati. Quest’anno la siccità è la problematica principale, ma anche le temperature sopra la media stagionale stanno condizionando sempre di più le stagioni e le annate: a dicembre scorso abbiamo raccolto le produzioni programmate a gennaio, proprio per il caldo”, afferma Sessa. “Il raccolto abbondante ha causato un calo esagerato dei prezzi con oltre un mese e mezzo di quotazioni al di sotto dei costi di produzione, con datterino a 80 centesimi, pixel e piccadilly a 50-60 centesimi al chilo: valori improponibili. Da febbraio si è poi registrata un’impennata dei prezzi, per un mercato andato sulle montagne russe”. (e.z.)