POMODORI TRASFORMATI, ITALIA SOTTO ACCUSA IN AUSTRALIA

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La Commissione australiana per l’anti-dumping ha fatto sapere in una nota diffusa alla stampa, di aver riscontrato la presenza di attività illecite da parte di alcuni esportatori italiani di pomodoro e ha deciso di applicare nuovi dazi differenziati in entrata. Il provvedimento sarebbe stato preso in seguito ad una serie di indagini avviate lo scorso luglio.

La richiesta era partita dalla SPC Ardmona, un’azienda australiana operante nell’imballaggio di ortofrutta. Tale decisione – si legge in una nota che ha per titolo: “Preliminary Affirmative Determination and Imposition of Securities” – è stata presa su merci oggetto di dumping che avrebbero causato “un pregiudizio grave per il comparto del pomodoro australiano”.

Il provvedimento è entrato in vigore con l’inizio di novembre. L’Autorità australiana, tuttavia, non ha accertato un comportamento illecito da parte di tutte le aziende esportatrici. La Commissione ha infatti stilato un elenco degli esportatori che saranno soggetti alle tassazioni.

Due tra i più grandi player, La Doria Spa e Conserve Italia Soc. Coop. Agr, sarebbero state giudicate aventi margini di dumping ‘trascurabili’ tanto che non saranno condannate. L’illecito più grave sarebbe stato imputato ad un’azienda campana, la Feger SpA, a cui saranno applicati dazi del 9,11%. Nella ‘lista nera’ delle aziende italiane figurerebbero inoltre Corex SpA (7,88%), De Clemente Conserve SpA (6,5 %) e Princes Industrie Alimentari Sr (8,16%). Una tassazione dell’8,62% sarà invece imposta a Rispoli Luigi & C Srl, Fiamma Vesuviana Srl, Greci Industria Alimentare SpA, Menu Srl, Mutti SpA, Nolana Conserve Srl, Steriltom Srl.

In generale, sarà imposto il 9,11% a coloro che saranno ritenuti ‘esportatori non cooperativi’. L’associazione australiana dei produttori di tuberi e ortaggi, Ausveg, ha sottolineato che la difficile situazione economico-finanziaria in cui versa la SPC Ardmona è il risultato di pratiche scorrette da parte delle aziende esportatrici italiane, che ne hanno danneggiato gravemente il business.

"I risultati di questa indagine mettono in evidenza la necessità di una maggiore azione preventiva per evitare il verificarsi del dumping, piuttosto che prenderne atto quando ormai il comparto è gravemente compromesso", ha dichiarato il portavoce di Ausveg Hugh Gurney. "L’immissione sul nostro mercato di prodotti a basso prezzo, in gran parte provenienti dai Paesi europei dove esistono diversi meccanismi di sostegno da parte dei governi, sta diventando dilagante. Ciò avviene sia nel settore dei pomodori trasformati sia nell’industria delle patate, causando gravi danni ai produttori australiani", ha concluso Gurney. (c.b.)

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