PINK LADY, SALVI E MAZZONI FIDUCIOSI: “BUONE PROSPETTIVE”

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Con una stima produttiva per la stagione 2019/20 di circa 195mila tonnellate a livello europeo, di cui 88mila prodotte in Italia nei terreni vocati di Emilia-Romagna e Alto Adige, è iniziata nei giorni scorsi la raccolta delle mele Pink Lady. Le prime impressioni arrivano dal ferrarese dove due tra i più importanti conferitori al Club francese, Mazzoni e Salvi, non nascondono buone aspettative per una varietà che negli anni è sempre riuscita a garantire grandi soddisfazioni ai produttori.

“La qualità è buona così come il calibro”, spiega al Corriere Ortofrutticolo Marco Salvi, presidente dell’omonima azienda. “Fortunatamente l’andamento climatico non ha influito negativamente sulla produzione di Pink Lady né si sono riscontrati danni da cimice asiatica grazie alla copertura con reti anti-grandine e la presenza della rete perimetrale anti-insetto nella maggior parte dei frutteti”.

Soddisfatta anche Sonia Volpin, co-titolare dell’Azienda Agricola Volpin di Settepolesini, che con i suoi 8 ettari di impianti, più 3 in messa a dimora, è la prima azienda conferitrice di Pink Lady a Salvi Unaproa. “Lo scorso anno abbiamo avuto problemi di colorazione dovuti alle temperature, quest’anno invece la situazione è completamente differente caratterizzata da volumi in leggera crescita e una buona qualità del frutto, sia a livello estetico sia organolettico. La nostra raccolta è partita in anticipo di circa una decina di giorni: le prime impressioni sono ottime e siamo fiduciosi che tali resteranno fino alla fine tra circa tre settimane”, ha concluso.

Primo produttore di Pink Lady in Italia per superfici dedicate, anche il Gruppo Mazzoni conferma le previsioni per una stagione positiva. “La nostra produzione è in costante crescita grazie a un continuo impegno in termini di ricerca varietale, in sinergia con Star Fruit e Pink Lady”, ci spiega Michele Gerin, responsabile delle Aziende Agricole Mazzoni. “Si tratta di un lavoro in grado di dare buoni risultati a livello di qualità e sostenibilità della produzione. Grazie ai nuovi cloni brevettati da noi adottati, Rosy Glow, e il suo migliorativo Seckzie, il packout è passato da una percentuale compresa tra il 50 e il 60% a una compressa tra il 70 e l’80% (solo le mele di qualità ineccepibile infatti vengono etichettate Pink Lady, ndr). Un aspetto rilevante soprattutto in un’annata come quella attuale in cui prevediamo minori volumi lordi, compensati però da una miglior qualità e una percentuale più elevata di prima scelta”. “Ricerca varietale – conclude Gerin – si traduce inoltre in maggiore sostenibilità ambientale, grazie alla possibilità di ridurre l’input chimico in campo e aumentare l’efficienza dei mezzi tecnici, con importanti riflessi sull’immagine nei confronti di clienti e consumatori finali”.

Chiara Brandi

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