PIL, POLITI (CIA): “AGRICOLTURA “ANTICICLICA”, UNICO SEGMENTO IN CRESCITA”

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Il Pil italiano cala per il settimo trimestre consecutivo, affossato non più solo dal crollo della domanda interna ma anche dalla discesa dell’export, che non registrava riduzioni dal lontano 2009. L’unica nota positiva, in un quadro recessivo sia per l’industria che per servizi e costruzioni, arriva dall’agricoltura.

Il valore aggiunto del settore primario, infatti, cresce sia a livello congiunturale (+4,7 per cento) che tendenziale (+0,1 per cento). Questo vuol dire che, nonostante tutti i problemi che condizionano il comparto, dai costi produttivi record ai danni del maltempo sulle campagne, l’agricoltura riesce a svolgere una funzioneanticiclica” e a garantire, in assoluta controtendenza rispetto all’andamento generale, produttività e occupazione”.

Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, in merito ai dati sul Prodotto interno lordo nel primo trimestre dell’anno diffusi oggi dall’Istat. “Non si può ignorare il fatto che l’agroalimentare è l’unico segmento che continua a incrementare le vendite sui mercati stranieri: nei primi tre mesi del 2013 le esportazioni sono aumentate del 6,6 per cento in valore – ricorda Politi – sintesi del +6,9 per cento dei prodotti agroalimentari e del +5,4 dei prodotti agricoli. Ma non basta: tra gennaio e marzo il settore primario è stato anche l’unico ad assumere (+0,7 per cento), con un “boom” al Centro (+12 per cento) e al Nord Italia (+2 per cento)”.

“In più l’agricoltura riesce ad aprire nuovi sbocchi d’impresa anche per le categorie più deboli, come le giovani donne del Mezzogiorno, dove la disoccupazione sfiora il 50 per cento. Oggi -sottolinea il presidente della Cia- sono 44.128 le aziende agricole con a capo una donna di età compresa tra i 18 e i 40 anni, pari al 15,4 per cento, e percentuali più alte della media si riscontrano proprio al Sud (17 per cento), dove si trova quasi la metà delle imprese (20.369) condotte da donne ‘under 40’. Anche a livello di manodopera femminile, su un totale di 406 mila occupate nel settore, il 70 per cento è rappresentato proprio dalle lavoratrici della terra in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata”.

“Per tutti questi motivi -conclude Politi- ora chiediamo alla politica di investire sul serio sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni, perché può rappresentare davvero un volano per la ripresa dell’economia. E un segnale importante di fiducia che il governo può darci riguarda l’Imu, annunciando, dopo la sospensione della rata di giugno, la sua cancellazione per terreni agricoli e fabbricati rurali. Perché non si possono tassare strumenti e luoghi di lavoro come fossero patrimoni improduttivi, tanto più in un momento in cui l’agricoltura è l’unico settore che riesce a produrre lavoro e ricchezza”.

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