Dovrebbe essere un’annata con volumi in calo per pesche e nettarine. Le primissime indicazioni sulle previsioni dell’annata sono state diffuse in occasione del Medfel, ma visto il clima piuttosto instabile di quest’ultimo periodo nessuno vuole sbilanciarsi. Ad ogni modo ad oggi in Italia, nel Mezzogiorno (Basilicata, Campania, Puglia, Calabria), i primi rilevamenti parlano di un calo del 7% rispetto al 2015 con una perdita di circa 40 mila tonnellate (-6% sul periodo 2010-2014). Minima la differenza invece sulle percoche (-1% sul 2015 e +1% sulle media dei cinque anni precedenti).
Nel Sud della Spagna (Andalusia, Murcia, Valencia) la riduzione di pesche, nettarine e pesche piatte dovrebbe arrivare al 12% rispetto al 2015. Da notare però che i forti investimenti degli ultimi anni sulle piatte fa registrare un +27% sulla media 2010-2014. Per le percoche invece i cali sono consistenti: -9% sull’anno scorso e -17% sul quinquennio precedente.
Queste prime indicazioni sono state fornite da Cso Italy. Il Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara tuttavia sottolinea come insieme a Spagna, Francia e Grecia si sia deciso di non anticipare i dati sulle produzioni europee di pesche e nettarine per le aree più tardive considerando l’instabilità del clima, le gelate e le grandinate che stanno interessando in questo momento i diversi Paesi, con previsioni meteo che al momento non accennano a stabilizzarsi.
Vista questa situazione piuttosto eccezionale, i diversi referenti che forniscono i dati produttivi hanno deciso di non presentare una stima del raccolto, per le incertezze che permangono sull’evoluzione del carico dei frutti.
“Abbiamo concordato tra Paesi produttori di non anticipare dati sulle pesche e nettarine. Le previsioni verranno fatte entro fine maggio, con il quadro europeo completo”, spiega Elisa Macchi (nella foto), Direttore di Cso Italy. “Posso affermare comunque – conferma Elisa Macchi – che dalle prime indicazioni emerse la produzione è inferiore al 2015 ed anche alla media degli ultimi 5 anni”.
Complessivamente, a livello europeo, si delinea un lieve calo delle superfici di pesche e nettarine nei diversi bacini produttivi: Nord Italia, Francia e Grecia. Solo la Spagna vede una stabilità degli investimenti o addirittura un leggero aumento, ma ad un ritmo che rimane lontano dal trend dell’ultimo decennio.
In aumento gli impianti di percoche in Grecia, Italia e Spagna. Dopo un decennio difficile, il calo della produzione europea ha contribuito a riequilibrare il mercato; in un contesto di crisi dei prodotti freschi, le percoche, principalmente destinate all’industria, ritornano ad essere interessanti per i produttori.
L’andamento climatico anomalo di quest’anno ha visto un autunno e inverno generalmente miti con temperature medie, ben al di sopra del normale. Nel mese di gennaio e febbraio diverse gelate hanno colpito le aree più precoci, che erano ai primi stadi vegetativi (fioritura o presenza di piccoli frutti). Dalla metà di febbraio le temperature sono ritornate nella media, o leggermente al di sotto. La fioritura delle varietà precoci evidenziava un significativo anticipo rispetto alla norma (circa un mese sul 2015) presentando, in alcune aree, qualche danno da gelo per queste cultivar.
Al contrario, per le varietà medie e tardive si è verificato un allungamento della fioritura fino a 3-4 settimane, contro le 2 abituali. Si riduce quindi l’anticipo che inizialmente era stato notato in fioritura ed attualmente appare una notevole eterogeneità tra gli impianti con la presenza di diverse fasi vegetative in contemporanea (ancora in fioritura, in allegagione o in differenziazione). Le ultime indicazioni emerse, in relazione al recente ritorno di freddo, lasciano presagire un calendario produttivo simile al 2015.
Si sottolinea pertanto che non è al momento possibile fornire un quadro produttivo completo per l’instabilità che non accenna ad assestarsi.
Solo nelle Regioni più precoci come l’Andalusia, Murcia, Valencia e l’area del Sud-Italia è possibile avere qualche stima relativamente affidabile.
Anche se al momento non si è in grado di fornire le consuete stime, per i molteplici problemi climatici delle ultime settimane, le condizioni attuali delineano un quadro produttivo europeo che sembra non raggiungere il potenziale produttivo, potrebbe presentare a livello globale un lieve calo sul 2015, in diminuzione anche rispetto alla media degli ultimi 5 anni.