PERSA L’OCCASIONE DI OPERA, QUALE FUTURO PER LE NOSTRE PERE? DA CONSUMATORE, MI SEMBRA NON CI SIA

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Alcuni giorni fa sono entrato in un supermercato di una sigla nota per la ricchezza e la varietà del reparto ortofrutta.

Dopo il primo lineare con l’esposizione di arance, clementine e mandarini, nel secondo erano esposte le pomacee. Le mele erano una successione di varietà, dalle tradizionali Golden, Stark, Morgenduf, Gala alla più recente Fuji e poi le varietà club, dalla veterana Pink Lady alle Kanzi, Envy, Yello, Sweet Tango, Ambrosia e non erano tutte quelle che avrebbero potuto esserci. Le promozioni di Golden erano presentate a fianco del lineare in cassette con il marchio di Melinda. Le pere erano collocate alla fine del lineare in due spazi uno con le Abate Fetel e l’altro con le Williams. Il colore non era molto invitante e, al tatto, erano dure come il marmo. In uno spazio più piccolo c’erano un po’ di Decana del Comizio.
E’ evidente che il consumatore appena entra, dopo gli agrumi, è attratto dalle mele, anzi non compra una mela ma una varietà che lo attrae per i suoi colori e, soprattutto, per la croccantezza e per il gusto che è diverso da una varietà all’altra. E le pere? Persa l’occasione di “Opera” che stava creando una certa attrazione del consumatore, mi pare che tutto sia finito. E’ vero le pere hanno subito una debàcle terribile, sembrava che la cimice asiatica volesse accanirsi soprattutto su questo frutto, ma temo che la crisi di mercato dipenda da ben altre ragioni.
Sono ben 24 anni che è stata riconosciuta la Pera IGP dell’Emilia Romagna; dieci anni fa è stata costituita l’ Organizzazione interprofessionale della pera; da sette anni a Ferrara c’è Futurpera, la fiera che si propone di richiamare l’attenzione degli operatori su questo frutto di cui l’Emila Romagna è la terra prediletta; l’anno scorso è nata UNAPera, l’associazione che riunisce 13 OP e 12 non OP, che rappresentano il 70% delle pere commercializzate in Italia, ma da anni il mercato delle pere infila una crisi dopo l’altra. E’ colpa della cimice asiatica, della maculatura bruna, delle gelate, del Governo o di chi non ha saputo rispondere all’evoluzione del gusto dei consumatori e alla domanda del mercato?
Non sono certamente io la persona che può dare dei consigli su come affrontare la crisi delle pere, ma spero che queste mie righe da consumatore insoddisfatto possano sollecitare delle risposte da parte di chi delle pere si occupa da anni.

Corrado Giacomini

*economista agrario

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