di Cristina Latessa
Subito fondi in più rispetto ai 10 milioni già stanziati dal Governo per sostenere le aziende della pericoltura allo stremo dopo cinque anni di continue calamità naturali, e poi con questo “ossigeno” passare a quegli interventi, necessari per rispondere meglio ai cambiamenti climatici, di cui il mondo cooperativo ha già studiato e disegnato il quadro. Piani tuttavia che non potranno avere seguito senza una forte iniezione immediata di liquidità che tenga in piedi le imprese agonizzanti.
E’ questo il messaggio lanciato da Alleanza Cooperative Agroalimentari nel corso dell’evento “Non una pera in meno-come rilanciare una filiera strategica del Made in Italy”, organizzato presso il ministero della sovranità alimentare, agricoltura e foreste alla presenza del sottosegretario Patrizio La Pietra.
Quali sono le proposte e le strategie che il mondo cooperativo ha studiato per rispondere alla crisi del comparto ce lo hanno illustrato, a margine del convegno, Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta di Alleanza cooperative e Adriano Aldovrandi, presidente della Società consortile UNAPera e del Consorzio Opera.
“La nostra proposta – ha detto Vernocchi – è rivedere la tecnica colturale della pericoltura, partendo da quali sono le tipologie di piante, andando avanti con quella che è la protezione attiva dai cambiamenti climatici e gli insetti alieni, nonché una diversa gestione dell’acqua, utilizzandola al meglio in funzione del clima che è cambiato. Stiamo mettendo a punto tecniche di coltivazione e di utilizzo basate sulla agricoltura di precisione che sono già a disposizione dei nostri produttori, e abbiamo anche le risorse per questo rilancio, ma il problema ora è la sopravvivenza, abbiamo aziende al collasso, ed è quello il motivo per cui i dieci milioni messi a disposizione dal governo sono poca cosa rispetto alle dimensioni del problema”.
Su questo SOS lanciato da Alleanza Cooperative Agroalimentari c’è stata l’apertura del sottosegretario La Pietra a indire un tavolo dedicato. “ Il sottosegretario ha detto che è disponibile a ragionare di un settore che ha energia e voglia di fare, con il quale trovare un percorso. Io l’ho letta che il sottosegretario ha intenzione con noi di trovare le risorse, è chiaro che vuole capire per fare cosa” – ha osservato Adriano Aldovrandi presidente della Società consortile UNAPera e del Consorzio Opera.
Su come intervenire a livello tecnico per “irrobustire” la pericoltura, Aldovrandi ha le idee chiare: “L’aumento delle temperature ha reso le nostre piante molto deboli, la tipologia di radici che abbiamo sempre utilizzato, per anni andava molto bene, ma questo altissimo aumento delle temperature cuoce le radici delle nostre piante, quindi servono radici più potenti, vanno sostituite le piante, quelle che non funzionano vanno estirpate e sostituite con piante con portinnesti più potenti. Quelle piante sono robuste e reagiscono in modo adeguato anche a temperature più alte e quando una pianta è robusta resiste anche ai parassiti e quant’altro”. “Tra l’altro – ha aggiunto Aldovrandi – sui parassiti più importanti che abbiamo, come la cimice asiatica, le reti antinsetto funzionano benissimo. Poi, grandine ed eccesso di sole lo si protegge sempre con le reti, e, in più, una gestione oculata dell’acqua aiuta anche a regolare la temperatura, quando è caldo noi facciamo la goccia”.
Sulle risorse da mettere in campo per questo piano di azione e rilancio vanno fatti, però, due ragionamenti, ha spiegato Aldovrandi: “Il primo è che abbiamo due capitoli che finanziano questi investimenti, l’Ocm, con finanziamenti che possono coprire fino al 50% degli investimenti, e noi abbiamo intenzione di dedicarli tutti agli ambiti di cui dicevo sopra. E ci sono anche i fondi che arrivano dalla Regione, nel nostro caso l’Emilia-Romagna, attraverso il Psr. La Regione già da diversi anni ci sostiene con bandi, che siamo convinti continueranno, ne abbiamo bisogno. Ma, attenzione, c’è un altro essenziale fatto di cui tenere conto: il problema della liquidità. Per gli investimenti abbiamo a disposizione, come ho detto, un intervento pubblico importante, ma il problema ora è che se l’azienda è dissanguata nella sua disponibilità finanziaria, perché ha passato cinque anni di calamità una dopo l’altra, se non la si sostiene è inevitabile che chiuda, perché non ha neanche le energie proprie per metterci quel 30% che serve per integrare gli investimenti pubblici a disposizione. E’ questo il problema da affrontare e studieremo perciò un percorso con il Ministero. Da questo convegno ho letto un bel segnale di apertura”.
La Pietra: “Massima attenzione al settore”
“L’Italia è il terzo produttore mondiale di pere, un comparto che ci vede eccellere per quantità e qualità, nonostante nell’ultimo triennio il settore abbia dovuto fare i conti con i danni legati alle gelate primaverili e, in parte, alla cimice asiatica e alla maculatura bruna, oltre ai danni a seguito dell’alluvione registrata in territori, quali quelli emiliani e toscani, con forte presenza di frutteti” – ha ricordato il sottosegretario del MASAF La Pietra. “Proprio per far fronte a queste criticità il Governo ha provveduto a stanziare dei fondi a sostegno del comparto, tramite il decreto ministeriale Masaf, del 13 novembre 2023, attualmente in Corte dei conti, che stanzia 10 milioni di euro. L’attenzione del Governo nei confronti dei lavoratori del settore è massima come dimostra il nuovo Piano Strategico della PAC (PSP), nel quale il settore ortofrutta è quello che beneficia di maggiori risorse con circa 1,5 miliardi di euro previsti dagli interventi settoriali”. Un’attenzione che si concretizza anche nella legge di Bilancio 2024, dove abbiamo inserito la misura della cambiale agraria per il settore ortofrutticolo, con uno stanziamento previsto di 20 milioni di euro, il cui intento è finalizzato a garantire liquidità alle imprese del settore”.