PERE IN DIFFICOLTÀ. ZANNI (CIA BOLOGNA): “C’È L’OMBRA DELLA SPECULAZIONE”

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Dopo le bassissime quotazioni di pesche e nettarine, ora la crisi colpisce anche le pere: in media, il prezzo percepito dai produttori è di 15/20 centesimi in meno al chilogrammo rispetto allo scorso anno. "C’e’ l’ombra della speculazione anche in questo comparto dell’agricoltura bolognese – commenta Raffaella Zanni (nella foto), presidente provinciale Cia Bologna.

 

"Le prime quotazioni sono basse anche di fronte ad una offerta produttiva nella media. Escherichia Coli, bassi consumi ed ‘effetto crisi pesche’ stanno compromettendo anche le varietà pregiate". Nelle Province di Ferrara, Bologna e Modena si coltiva il 70% delle pere italiane (la produzione in Italia mediamente è di 850.000 tonnellate) ed in particolare l’Abate Fetel, pregiata varietà settembrina, si produce solo in Emilia.

 

"Temiamo che i prezzi bassi delle prime produzioni, Williams e Conference condizionino le quotazioni delle varietà pregiate come, appunto, l’Abate Fetel – prosegue Zanni – con effetti devastanti". Dopo la raccolta è forte il rischio – denuncia ancora la Cia – estirpare molte superfici a frutteto con un impoverimento produttivo ed occupazionale della provincia bolognese. Tra le proposte per affrontare la crisi, aggregare l’offerta e sottoscrivere un accordo interprofessionale tra produttori e grande distribuzione per assicurare un’equa remunerazione della frutta ed un giusto prezzo ai consumatori.

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