In Italia continua a tenere banco il caso Etossichine sul mercato delle pere (leggi news). Anche a Fruit Logistica gli operatori si sono incontrati per fare il punto della situazione sulla campagna pere 2013-2014 e in particolar modo sul processo della frigoconservazione. “Per le pere non è un anno particolarmente felice – spiega Fortunato Peron (nella foto), uno dei primi imprenditori a scagliarsi contro il non utilizzo del prodotto.
A scatenare la contestazione è soprattutto la diversa posizione tra Italia da una parte e Spagna e Portogallo dall’altra. Nei due Paesi produttori della penisola iberica, infatti, l’etossichina è ammessa. In Italia no. “Si registrano prezzi nettamente bassi rispetto alle aspettative per un errore di valutazione nelle previsioni di vendita – aggiunge Peron. "Non avendo alternative valide all’etossichina per il trattamento delle pere a breve durata molta merce non ha avuto i trattamenti dovuti e perciò si sono creati problemi di riscaldo. La mancanza dell’etossichina ha portato molti operatori a credere che alchimie varie, miscellanee di un insieme di prodotti abilmente proposti da certi venditori avrebbero risolto il problema, ma così non è stato”, spiega Peron.
Per l’imprenditore “i prodotti preposti quali alternativi non funzionano o funzionano poco bene e i loro costi sono troppo elevati (rapporto di uno a quattro). Ci sono poi problemi di gestione della merce di entrata perché l’utilizzo dei prodotti alternativi condizionano parecchio l’operatività dei magazzini con problemi organolettici sulla qualità della frutta. A ciò si aggiunge la concorrenza dei Paesi che utilizzano l’etossichina: per assurdo noi possiamo importare e vendere prodotti ortofrutticoli trattati con etossichina da altri Paesi, come Spagna, Argentina, ma noi non la possiamo utilizzare in Italia. Ciliegina sulla torta: il mancato utilizzo dell’art.53 della Comunità Europea per avere le deroghe d’uso per tempi limitati a causa della mancata disponibilità a livello istituzionale.
La previsione dell’imprenditore emiliano-romagnolo è che migliaia di quintali di pere a fine stagione verranno gettate. “Visto che si è toccato con mano tutti i disagi che ci ha creato il non avere più un prodotto che veniva utilizzato nel mercato da più di 30 anni, sarebbe opportuno che tutti quanti, dalle organizzazioni sindacali, dai produttori, dai trasformatori e tutti quelli che fanno parte della filiera, siano uniti e fare fronte comune per difendere la produzione delle pere in Italia".