PERE, BERGAMI (OI): “IL FUTURO PASSA DA INNOVAZIONE VARIETALE E AGGREGAZIONE COMMERCIALE”

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“Attualmente sui mercati europei c’è una forte curiosità per le varietà rosse. La più interessante proposta in questi anni è la Falstaff, ovvero una Abate simile dal colore rosato, ma altre varietà saranno presentate durante l’edizione 2017 di Futurpera”, spiega al Corriere Ortofrutticolo Albano Bergami, vice presidente dell’OI Pera. “Il settore pericolo sta subendo moltissimo il cambiamento climatico in atto: le ultime campagne sono state caratterizzate da enormi fluttuazioni dei volumi con rendimenti medi scesi a 240 quintali per ettaro. In questo senso si rende necessario stabilizzare le produzioni su rese migliori attraverso l’impiego di più tecnologia”, aggiunge. Da esperto Bergami sa che sotto il profilo tecnico-varietale le problematiche principali sono state individuate e potenzialmente già risolte; ciò che più lo preoccupa è la valorizzazione commerciale. “Diversamente da altri Paesi, in Italia abbiamo un panorama varietale molto variegato; siamo ottimi produttori ma dobbiamo migliorare dal punto di vista commerciale. Prioritaria è la creazione di sinergie. La recente nascita di Opera, il primo gruppo al mondo per la commercializzazione delle pere con 2 milioni di quintali di prodotto concentrati in un unico soggetto, e la successiva operazione di coordinamento tra un gruppo di aziende di primo piano del comparto denominata Origine, stanno cambiando radicalmente le vecchie politiche. Continuare su questa strada nel segno dell’organizzazione tra diversi attori dapprima in concorrenza è sicuramente l’obiettivo primario che si deve dare il settore”.

Ma non è il solo. Approcciare i nuovi mercati in modo competente, senza sottovalutare la logistica interna, è altrettanto prioritario. A Pechino il 90% degli acquisti avviene tramite smartphone e l’utilizzo dei bitcoin (moneta virtuale, ndr) è ormai la normalità; nel Paese sono presenti piattaforme internet in grado di consegnare ortofrutta fresca a 3-4 ore dall’ordine. Al contrario, in India le carenze interne legate alla catena del freddo, aspetto fondamentale nel caso di un frutto delicato come la pera, rendono l’intero percorso più complesso. Prima di affacciarsi su mercati di questo tipo è dunque necessario analizzarne approfonditamente tutti gli aspetti; il manager di Futurpera ne è consapevole e non dimentica i vantaggi commerciali offerti dalla Vecchia Europa. “Oggi per noi cercare nuove opportunità è necessario nel tentativo di riallocare i piccoli calibri dapprima assorbiti in toto dalla Russia e dal nord Africa, attualmente più difficili da raggiungere. Curare i mercati più vicini e già consolidati è però altrettanto importante. La Germania è la destinazione del 43% dell’intero export pericolo italiano, Francia e Regno Unito ne acquistano un’altra grossa fetta. La Scandinavia è fortemente interessante per le varietà precoci”, conclude Bergami.

Chiara Brandi

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