PERA, CI MANCAVA SOLO LA FARSA DELL’ETOSSICHINA

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Titolo: “Pere: è necessario esportare ed entrare in nuovi mercati”. Bella scoperta! Vale ormai per quasi tutti i nostri prodotti. Qui invece i mercati anziché aprirsi, si chiudono, come la Russia. Bel colpo! Qui a Macfrut abbiamo ascoltato analisi competenti su come “non” funzionano alcuni strumenti comunitari indispensabili e strategici per il settore come la gestione delle crisi, i ritiri, ecc.

Qualcuno se ne occuperà, dopo le tante analisi? Perché qui da anni facciamo diagnosi perfette, sappiamo la terapia, però il malato non si cura. Per cui continuiamo a ripeterci la diagnosi all’infinito, a fare convegni, comunicati ecc, senza alcun risultato. Se ne occuperà in Europa ‘lady Pesc’ Mogherini , la vicepresidente della Commissione tanto voluta da Renzi? Ha un ruolo importante, un posto di primo piano, ma anche la nostra frutta ha un ruolo importante nell’economia del paese, nel cosiddetto made in Italy, per cui sarebbe giusto che lady Pesc se ne occupasse. Andiamo oltre. Abbiamo anche appreso – ma lo sapevamo già – che le misure per la crisi della frutta estiva non sono servite praticamente a niente perché tardive e insufficienti. Lo sospettavamo: tanto rumore – e tanto lavoro – per nulla. Intanto la nuova campagna pere è partita con quotazioni da miseria, che fanno il paio con il disastro annunciato della campagna patate.

E, a proposito di pere, ieri Coldiretti ha sconcertato un po’ tutti chiedendo il blocco dell’import di pere dalla Spagna perché “tossiche” (leggi news), in quanto trattate con l’etossichina, il prodotto per frigoconservare la frutta vietato in Italia ma ammesso in Spagna e Portogallo (sia pure in deroga). Una bella storia questa. Fummo noi del Corriere Ortofrutticolo a sollevarla nell’estate 2013, denunciando che ci sarebbero stati problemi nella conservazione della frutta e che Spagna e Portogallo ci avrebbero fatto concorrenza sleale. Si mobilitò il Cso, Paolo de Castro, il ministero agricolo ma niente da fare . Il ministero della Salute confermava il suo niet all’uso della molecola. Furono stimati danni per 60 milioni di euro. Niente. Intendiamoci, se la molecola è un rischio per la salute, giusto vietarla, non si discute. Però fino a ieri eravamo lì a chiedere la deroga. Adesso i ministeri della Salute e dell’Ambiente hanno nuovamente confermato di non poter consentire il ricorso all’uso anche eccezionale della molecola. “Sono state infatti sollevate rilevanti criticità relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori”.

Quindi deroga inammissibile, anche in via temporanea. Adesso i due ministeri scoprono che la decisione spagnola , che ha ammesso l’uso del formulato, crea “problemi di concorrenza sleale per le imprese del made in Italy”. Altra bella scoperta…noi ne parlavamo da più di un anno e il mondo agricolo denunciava la cosa in sedi pubbliche e private. Ma dove vivono i dirigenti dei due ministeri? Sulla luna? Non si parlano con l’Agricoltura? E poi se l’etossichina è potenzialmente tossica, lo sarà anche in Spagna e Portogallo. O no? O la tossicità varia seguendo la linea delle frontiere? La vicenda è divertente, se non fosse deprimente, e se non causasse un danno rilevante alla produzione nazionale. Ma di questo quale ministero si occupa?

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

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