Nel corso del 2019 Coop Alleanza 3.0 ha raggiunto, e in alcuni casi anticipato, i risultati previsti dal ‘Piano di Rilancio’ messo in campo dopo le perdite economiche del 2018. E’ quanto hanno illustrato in videoconferenza il presidente del colosso cooperativo, Adriano Turrini (nella foto), e il direttore generale, Paolo Alemagna.
In particolare, l’Ebitda adjusted (la capacità di generare cassa prima di operazioni straordinarie) è tornato positivo per 33 milioni, con un recupero di 80 milioni sul 2018. Efficientamenti e incremento della produttività hanno consentito, tra l’altro, una riduzione di costi per 77 milioni di euro. Le perdite d’esercizio, sono sostanzialmente dimezzate rispetto all’anno precedente. Il bilancio 2019 si chiude, infatti, con una perdita di 163,9 milioni che, tra l’altro, include svalutazioni e accantonamenti prudenziali per circa 80 milioni, contro i 29 previsti. Gli accantonamenti prudenziali sono stati realizzati per poter far fronte alle incertezze che il Gruppo dovrà affrontare per effetto del mutamento dello scenario dovuto all’emergenza Covid.
Nel 2019, i ricavi del Gruppo in aggregato (compresi Robintur, librerie.coop e Alg) ammontano a 5,2 miliardi (+ 3% sul 2018). Le vendite a insegna Coop superano i 4,9 miliardi, con una crescita del 2,4% sul 2018. Le vendite totali della sola Coop Alleanza 3.0 ammontano a 4,1 miliardi, con una riduzione del 2,4% sul 2018, dovuta in buona parte alla cessione di alcuni negozi. Il dato delle vendite a rete omogenea (cioè considerando lo stesso numero di punti vendita) mostra una chiara inversione di tendenza nella seconda parte del 2019. “La tendenza positiva prosegue nel 2020 – fa sapere Coop Alleanza – con gennaio già positivo e vendite in crescita nei mesi successivi, anche al netto dell’effetto approvvigionamento legato al Coronavirus”.
“Tutti gli obiettivi presentati ai soci sono stati raggiunti, il bilancio è ancora in perdita come era previsto, abbiamo però fatto ulteriori accantonamenti anche in relazione ai condizionamenti che il Coronavirus in qualche modo produrrà. Il risultato più in generale ci consente di dire che anticiperemo l’arrivo in utile al 2021, anzichè il 2022 come prevedeva il ‘Piano di Rilancio'”. Lo ha detto Adriano Turrini, presidente di Coop Alleanza 3.0 (4.400 supermercati in dodici regioni), presentando in videoconferenza insieme al direttore generale, Paolo Alemagna, il bilancio del 2019, dopo il primo anno del “Piano di Rilancio”.
“Possiamo dire con soddisfazione che nel 2019 siamo riusciti a fare tutto quello che avevamo previsto e comunicato ai nostri soci”, ha spiegato Turrini. L’avvento del Coronavirus “ha ridisegnato le nostre priorità e il nostro modo di lavorare nel breve periodo. In tempo record siamo riusciti ad organizzare una risposta ai nuovi bisogni di soci e clienti – ha aggiunto il presidente del colosso cooperativo – sostenendo le loro necessità in un contesto inaspettato e particolarmente critico”. Nel lungo periodo, ha sottolineato invece Turrini, “ci dovremo certamente misurare con gli impatti che la crisi avrà sulla dimensione economica e sociale, ma questa crisi, come ogni altra, ci offre anche inedite opportunità di cambiamento a cui siamo pronti». Il percorso intrapreso un anno fa, i risultati raggiunti e le prospettive per il 2020, «ci consentono di guardare al futuro con ottimismo. Abbiamo ipotizzato e stanziato risorse – ha concluso – per 40 nuove aperture di punti vendita”.
“Anche tra i nostri dipendenti abbiamo avuto casi di positività al coronavirus, ma sarà un caso o la fortuna, a oggi sono 51, 38 dei quali già guariti”, ha affermato ancora Turrini.
“Abbiamo deciso di investire tutto ciò che vendevamo in più, sulla sicurezza. Se qualcuno nel retail si è fatto le budella d’oro in questa fase, non siamo noi”, ha aggiunto e ricordato che sono 1.000 i dipendenti che stanno lavorando in smart working.
“Nel momento dell’emergenza per garantire alle persone di stare a casa, abbiamo assunto 248 persone – ha spiegato il presidente di Coop Alleanza – frutto di una situazione particolare, anche se non sono dipendenti a tempo indeterminato”.
(fonte: Gazzetta di Parma)