PEPERONE, PERBONI (RIJK ZWAAN): “SERVE ALTA QUALITÀ PER RIMANERE COMPETITIVI”

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Alta qualità, specializzazione e identità territoriale del prodotto. Sono alcuni degli elementi chiave su cui il peperone italiano gioca il suo futuro. Schiacciato dai massicci volumi e dall’organizzazione di Spagna e Olanda, vere potenze commerciali sull’orticola che viene però proposta in maniera più standardizzata, il peperone italiano per cercare di emergere deve puntare sulle proprie caratteristiche peculiari e difficilmente replicabili all’estero.

La strada ad oggi appare ancora in salita. Sull’alta qualità di prodotto sta puntando molto Rijk Zwaan in particolare con il suo Sweet Palermo, che già dal nome promette una particolare dolcezza al palato con un grado brix superiore di media di 1-2 gradi su quelli tradizionali oltre all’alta resa e conservabilità. Il peperone a punta dell’azienda sementiera, come riferisce Massimo Perboni, crop specialist sul peperone per Rijk Zwaan, ha come obiettivo quello di distinguersi sul mercato in linea con lo sviluppo sulle tipologie dolci, quelle cioè con le migliori potenzialità di crescita.

“Si stanno progressivamente creando delle nicchie di mercato con protagonisti i mini peperoni appuntiti, “dulci” italiani, che stanno crescendo un po’ alla volta – spiega il manager di Rijk Zwaan. Credo che in futuro queste tipologie, come il Palermo, avranno un ruolo sempre più importante”. Perboni spiega inoltre l’evoluzione dei consumi dell’ortaggio negli ultimi anni, con il boom all’estero del peperone quadrato. “In Italia il quadrato non è ancora molto sviluppato, ma attraverso le crescenti importazioni da Spagna e Olanda credo che attecchirà anche nel nostro Paese”.

Il mercato italiano rimane ancora ancorato ad una produzione che fatica a varcare i confini nazionali, concentrata in Sicilia per il periodo invernale, principalmente con le varietà lunghe e calibri importanti, in Campania e Veneto tra primavera ed estate con il semi lungo. Secondo il manager di Rijk Zwaan il peperone italiano per poter ottenere qualche chances di successo all’estero ha due strade. La prima, meno percorribile, è invertire la rotta, allineandosi sulle grandi produzioni come gli spagnoli. La seconda, quella potenzialmente vincente, è puntare sulle nicchie di altissima qualità. “Meglio specializzarsi sulle cultivar locali esaltando le caratteristiche del territorio di riferimento. Meglio giocare la carta del made in Italy e della elevata qualità anche sul peperone piuttosto che scontrarsi con i grandi volumi prodotti dai Paesi competitors”. (e.z.)

 

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