‘L’uomo contemporaneo ha deciso di trasformare il nostro mondo in una gigantesca padella in cui tutti possiamo friggere, o in una gigantesca discarica dove gettare ogni tipo di rifiuto. Oggi tuttavia, per il bene di tutti, è quanto mai necessario cambiare atteggiamento e adottare politiche sostenibili. Ciò non significa tornare all’agricoltura dei nostri nonni – sarebbe impossibile -; implica piuttosto una svolta ragionevole e ragionata. Dobbiamo scrutare i segreti della natura e carpirli; lavorare al suo fianco e non contro di essa’.
Sono queste le parole di Pepe Mujica (nella foto), ex presidente dell’Uruguay, in carica dal 2010 al 2015, che la scorsa settimana ha fatto tappa a FICO Eataly World a Bologna, durante il suo tour nel nostro Paese che si concluderà alla Biennale di Venezia, dove sarà ospite d’onore per la proiezione di due film sulla sua vita: l’annunciato documentario di Emir Kusturica ‘ l Pepe, una vida suprema’, e la pellicola di Álvaro Brechner sulla sua prigionia, ‘La noche de 12 años’.
Il palco di FICO è stato teatro naturale per sviscerare uno dei temi a lui più caro, ovvero quello dell’agricoltura sostenibile. Per Mujica, cambiare mentalità e atteggiamento, fare tutti un passo indietro per un futuro migliore, e per far fronte all’enorme sfida dell’aumento demografico, è indispensabile. Per farlo, non si può prescindere dalla ricerca. ‘Lo studio è parte della politica – ritiene l’ex presidente -; dobbiamo prendere posizione a favore della ricerca sostenibile, non di quella che favorisce i mercati e le grandi multinazionali. L’alternativa è abdicare al mondo delle multinazionali e della competizione senza scrupoli’.
In tal senso Mujica sostiene la necessità di una maggior aggregazione da parte dei piccoli-medi produttori locali tanto quanto di una netta presa di posizione da parte dei cittadini a favore di chi produce cibo di qualità.
Coerente con il suo stile di vita modesto, condotto anche durante gli anni della presidenza, da quando ha lasciato l’incarico di senatore lo scorso 14 agosto Pepe Mujica ha rinunciato al vitalizio ed è tornato a vivere in fattoria. Per lui sviluppo sostenibile, agricoltura, cibo sono l’essenza della felicità: ‘Lo sviluppo – ha ripetuto a Bologna – deve essere a favore della felicità umana, dell’amore, della Terra, delle relazioni umane. Perché questo è il tesoro più importante che abbiamo. Quando lottiamo per l’ambiente, il primo elemento dell’ambiente si chiama: la felicità umana’.
Chiara Brandi
(fonte: Greenplanet.net)