PATATE: PRODUZIONE 2012 IN CALO DEL 12%. RABBONI: “INTERPROFESSIONE STRADA OBBLIGATA”

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La produzione pataticola nel 2012 ha subito un calo del 12% rispetto alla precedente stagione con una qualità del prodotto generalmente buona. Le quotazioni all’origine del prodotto si mantengono su valori superiori rispetto a quelli della passata stagione; quest’anno il prezzo medio per una patata di buona qualità è in risalita.

Si registra una crescita, in alcune zone del paese, di circa il 40% rispetto allo stesso periodo del 2011 e con un trend al rialzo che si manterrà anche nei prossimi mesi. Il tema è stato trattato nel corso di un convegno organizzato dalla Cia a Budrio (Bologna). Complessivamente, il mercato italiano assorbe quasi 2,1 milioni di tonnellate di patate all’anno con un consumo medio pari a circa 40 chilogrammi; una quota di prodotto viene importata dall’estero e in particolare da Francia e Germania per quanto concerne le patate comuni, da Israele, Egitto e Marocco per le patate novelle.

Per quanto riguarda i diversi canali commerciali, in Italia le patate vengono acquistate per oltre il 50% nei punti vendita della Grande distribuzione e per la quota rimanente presso il dettaglio tradizionale.

A livello europeo, la produzione mostra una diminuzione generale legata principalmente all’andamento climatico ed alla riduzione delle superfici coltivate. In Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Olanda il raccolto ha subito una diminuzione del 14,5% rispetto all’anno scorso. La sola Germania fa segnare una contrazione produttiva di circa 14 milioni di quintali, pari alla quasi totalità della produzione italiana.

Raffaella Zanni, Presidente Cia Bologna, nella sua introduzione, ha puntato l’indice su costi di produzione e rapporti di filiera. Successivamente ha preso la parola il Professor Maurizio Canavari, Docente di economia e marketing agroalimentare dell’Università di Bologna, che ha presentato una ricerca condotta su 200 ettari. Dalla ricerca è emerso che il costo di produzione, di un’azienda ben strutturata, oscilla dai 7 mila agli 8 mila euro ad ettaro a seconda del tipo di varietà coltivata e che i costi delle operazioni colturali condotte con mezzi propri sono circa uguali a quelli sostenuti utilizzando il contoterzista.

Ha preso quindi la parola Paolo Bruni Presidente Cso, affermando che “in poche parti del mondo si ottengono produzioni di qualità così elevata come in Italia, il problema è che non sempre le nostre eccellenze vengono valorizzate bene”. Tiberio Rabboni Assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna afferma che “è l’interprofessione la strada obbligata per governare il comparto delle patate, facendo dialogare produzione, industria e distribuzione. Solo così si può far fronte ai problemi che penalizzano il settore quali il calo dei consumi e la crescente concorrenza estera, migliorando ulteriormente l’organizzazione della produzione e dell’offerta”. Rabboni, ha ricordato il calo delle produzioni negli ultimi 10 anni, in pianura -0,8%, in collina -10%, in montagna -20%: questo perché diminuisce la redditività dei terreni e da qui il loro abbandono con tutto ciò che ne consegue. Rabboni si è augurato che le due associazioni esistenti possano riunirsi in una unica.

Ha concluso l’incontro il Vicepresidente nazionale Cia Secondo Scanavino che ha sottolineato la necessità di accordi di filiera che possano dare reddito agli agricoltori che hanno dovuto sobbarcarsi detraendolo dal proprio reddito l’aumento dei costi di produzione, concimi, antiparassitari, carburanti a fronte di una riduzione importante della produzione in seguito alla siccità.

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