Calo generalizzato dei volumi di superfici coltivate a patate per la campagna 2021 che portano ad un moderato ottimismo nel settore sulle prospettive commerciali della stagione.
Secondo Romagnoli, azienda tra i leader del comparto amministrata dall’imprenditore Giulio Romagnoli, la diminuzione delle aree rispetto al 2020 è un fenomeno che si sta registrando sia negli areali del Sud Italia, vocati alle produzioni novelle, sia in quelli del Centro-Nord Italia, interessati dalle produzioni tardive da conservazione.
Il calo, seppur generalizzato – dovuto in particolare alle non sempre remunerative quotazioni del prodotto e alle incertezze derivanti dall’emergenza Covid – sottolineano da Romagnoli, è stato caratterizzato da alcune differenze: in Sicilia, nonostante un calo dell’8-10% di superfici, alla produzione inserita in programmi di filiera sono stati riconosciuti prezzi remunerativi. In altri areali le superfici hanno visto una riduzione di oltre il 20% con quotazioni decisamente inferiori e non sempre remunerative.
Negli areali del Nord Italia il calo delle aree coltivate è stato più contenuto rispetto al Sud, nell’ordine del 4-7%. Secondo Romagnoli in questi areali, grazie ad un andamento stagionale favorevole, la produzione si presenta di ottima qualità e il calendario di raccolta è in linea con la norma, con la raccolta che prenderà il via a luglio. In merito alle prospettive commerciali, “attualmente si può ipotizzare una produzione complessiva inferiore rispetto a quella realizzata nel 2020, situazione che dovrebbe creare le condizioni per un migliore equilibrio tra domanda e offerta”.
La stagione 2020
Il 2020 invece si è caratterizzato per un primo trimestre dell’anno con una domanda di patate e cipolle interessata da un’impennata (dovuta principalmente alle ripercussioni sul mercato causate indirettamente dal Covid), per poi subire una graduale stabilizzazione e attestarsi, nel secondo semestre, sui valori dell’anno precedente. Il saldo finale è stato più che positivo, con un incremento del 6,35% per le patate e del 29,6% per le cipolle. “Purtroppo all’incremento dei volumi non è corrisposto un incremento dei valori”, sottolineano dalla Romagnoli.
I progetti di Romagnoli
Per quanto riguarda i progetti in fieri, Romagnoli è impegnata in attività di sperimentazione e innovazione in ottica di sostenibilità dell’intera filiera pataticola. In particolare, sottolineano dall’azienda, l’attività di ricerca e sviluppo di nuove varietà di patate si articola secondo quattro direttrici: la tolleranza alle principali avversità fitosanitarie che consente di ottenere una pataticoltura sostenibile, che coniughi tutela dell’ambiente e salute del consumatore; la garanzia di ottime rese produttive tali da creare i presupposti per la sostenibilità economica per l’azienda agricola; selezione di varietà di patate con elevate qualità organolettiche, al fine di soddisfare le aspettative e i gusti del consumatore finale, sempre più attento ed esigente rispetto alla qualità degli alimenti che acquista; l’attenzione a varietà che abbiano una lunga conservabilità e una scarsa induzione alla germogliazione, aspetto – quest’ultimo – di grande attualità, vista la progressiva riduzione di mezzi efficaci allo scopo.
Non mancano gli investimenti sul fronte delle confezioni sostenibili, che puntano alla progressiva diminuzione dell’uso della plastica, a favore della carta, pur continuando a impiegare con successo anche il vertbag Sormapeel, che consente una riduzione del 25% di plastica rispetto alle confezioni normalmente in uso. Queste scelte, precisano ancora alla Romagnoli, da un lato sono in linea con l’impegno ambientale dell’azienda, che si concretizza anche in innovazioni di processo volte a tutelare le risorse naturali, e dall’altro con la tendenza, sempre più diffusa tra i consumatori italiani, a rivedere i propri modelli di consumo nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale. In particolare, diversi studi rilevano che proprio la preferenza di packaging eco-friedly è tra i temi più significativi nell’ambito di tale revisione. Secondo una recente rilevazione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma in collaborazione con SpinLife-Università di Padova, 9 italiani su 10 sono preoccupati per l’impatto che le confezioni in plastica generano sull’ambiente, con il 65% del campione che si dice disposto a preferire prodotti con poco imballaggio e il 59% a preferire packaging sostenibili.