PANNITTERI GUARDA A ORIENTE: “SERVE SBLOCCARE L’EXPORT IN ASIA”

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L’arancia rossa di Sicilia si prepara allo sbarco in Indonesia. “Le premesse sono gettate – dichiara al Corriere Ortofrutticolo, Aurelio Pannitteri (“Mr Orange” come lo definisce lo chef Filippo La Mantia, ndr) – grazie alle possibilità offerte da eventi come The Rome Table che sono sempre positivi, perché ti fanno conoscere persone e realtà interessanti”.

“Noi a The Rome Table ci siamo prenotati per colloqui con gli Emirati Arabi e l’Indonesia, perché sul mercato europeo più o meno siamo presenti – precisa l’imprenditore siciliano -. In particolare gli indonesiani si sono dimostrati molto interessati, ci hanno detto che finora non avevano mai importato arance rosse. Speriamo non ci siano troppe difficoltà burocratiche da superare, dobbiamo ancora verificare se l’accesso non presenta problemi”.

Aurelio Pannitteri

– Ecco, forse è il caso che il settore chieda al nuovo governo maggiore sostegno nel percorso di sbocco su nuovi mercati?

“Sì, dobbiamo chiedere al ministro Lollobrigida in particolare di accompagnarci verso l’export in Asia, e tutti quei mercati dove non siamo ancora presenti”.

– Sul fronte prezzi, la difficile situazione congiunturale vi spinge a rialzi?

“I prezzi li interfacciamo con i buyer, capiamo che anche loro hanno dei costi, non ce li ha solo la produzione, pensiamo solo a quanto spendono le grandi catene della GDO per mantenere la catena del freddo. Cerchiamo come sempre di trovare un’intesa, siamo in un momento critico e in questo momento dobbiamo essere particolarmente responsabili. L’ortofrutta purtroppo in Italia è poco considerata, a differenza di altri Paesi dove è considerata un gioiello, ma, vista l’inflazione al 12%, qualcosa in più dobbiamo raggiungere. Noi non siamo solo produttori come famiglia ma abbiamo una OP e l’OP Rosaria vale 1.200 ettari, con 30 associati. Dobbiamo garantire a tutti gli associati che il prodotto sia messo a scaffale e con la giusta remunerazione, considerato l’aumento dei costi produttivi che ha coinvolto tutti noi di Rosaria. Pensiamo solo che, con la penuria d’acqua che c’è in Sicilia, si attinge dai pozzi e ci vuole una marea di energia elettrica per farlo, e questo non da oggi ma da molto tempo. Solo che adesso, i costi sono cambiati  e tanto”.

Cristina Latessa

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