PANAMA, VIA LIBERA ALLA COSTRUZIONE DEL NUOVO TERMINAL CONTAINER

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Le ultime operazioni di ampliamento del Canale di Panama verranno completate nel 2014: il progetto (finanziato anche grazie alla collaborazione tra la multinazionale americana Jones Lang LaSalle ed i cinesi XY Group) prevede un’espansione che consentirà un maggiore flusso di traffici ma soprattutto il passaggio, attraverso le chiuse, di navi di grosse dimensioni.

Queste navi, definite di classe super post-Panamax (porta-contenitori, petroliere ma anche portaerei), attualmente sono troppo grandi per effettuare questo tipo di tratta. L’operazione, il cui costo supera i 5 miliardi di dollari, rappresenta una vera e propria novità in grado di aumentare notevolmente il giro d’affari dell’intera area geografica. L’Autorità Marittima di Panama, sempre nell’ottica di questo futuro sviluppo, ha anche concesso al gruppo privato Jones Lang LaSalle di costruire e gestire un nuovo terminal container all’entrata atlantica del Canale.

Il Panama Colon Container Port, questo il suo nome, il cui costo di costruzione sarà di 600 milioni di dollari, rappresenterà un vero e proprio punto di approdo per un business destinato a crescere nel tempo. Il terminal sarà in grado di gestire unità in arrivo fino ad una dimensione di venti piedi, inizialmente potrà girare intorno ai due milioni di teu ma il numero potrebbe anche aumentare con il passare del tempo.

La struttura verrà costruita su un terreno di proprietà di oltre 37 ettari e sarà provvista di quattro posti di ormeggio, due per le maxi navi post-Panamax, uno per la loro gestione e un altro per l’ormeggio di imbarcazioni polifunzionali e bulk. Il terminal vanterà anche quattro maxi gru post-Panamax e due gru Panamax per consentire la movimentazione di tutte le merci.

La nuova struttura sarà anche dotata di un deposito per container per una capacità di 36.000 teu, con ulteriore spazio disponibile per 800 prese destinate a container refrigerati. Ma a fare affari d’oro saranno tutti i porti vicini al Canale di Panama che potranno sempre ospitare le navi più piccole, quelle portarinfuse e altri business secondari.

"Questo tipo di operazione – ha dichiarato John Carver, del gruppo Jones Lang LaSalle – permetterà di acquisire nuove quote di mercato. Le navi in circolazione hanno dimensioni sempre più grandi ed è proprio per questo motivo che si è deciso di partire con questo progetto. Attualmente il 50% dei nuovi ordini, a livello mondiale, è rappresentato da unità che superano i 10mila teu. In questo modo riusciremo ad adeguarci al mercato visto che l’orientamento generale è quello di avere navi sempre più pesanti".

L’operazione permetterà di avere porta-contenitori super post-Panamax in grado di transitare attraverso le chiuse ed i carichi di passare dal nuovo terminal. "Ci saranno molte più opportunità per tutti – ha evidenziato Carver – soprattutto per gli scali che saranno coinvolti in questo giro d’affari, anche quelli statunitensi, con alcune differenze tra la costa Orientale e quella Occidentale. Non saranno esclusi i porti più piccoli, quelli dove navi di grosse dimensioni non possono arrivare ma per portare la merce a destinazione sarà necessario trasbordarla da un’unità all’altra".

Lo sviluppo dell’intero progetto porterà presto il gruppo privato Jones Lang LaSalle a lanciare il bando di gara per il dragaggio e la costruzione dell’impianto oltre che annunciare, entro la fine dell’anno, la scelta di un operatore. Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato che il porto di Miami sarà uno dei cinque scali americani che beneficeranno di un’accelerazione degli studi federali finalizzati a migliorarne infrastrutture e condizioni di lavoro: l’approfondimento dell’ingresso al porto permetterà proprio l’arrivo delle grandi navi che gireranno sulla rotta del Canale di Panama, i cui lavori di ampliamento saranno terminati nel 2014. (fonte: L’Avvisatore Marittimo)

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